Assegno in bocca
È stato un riposo, Dickinson compresa, dalla dura mattinata. Ogni incarico, piccolo o grande, avendo l’effetto di schiudere l’ansia. Per il complesso del primo della classe, cresciuto alla scuola baudelairiana dell’ozio, che teme di aver fatto poco - e più quando dev’essere quello che non è. Per un bisogno di accettazione, lo stesso che porta alle frequenti interrogazioni di se stesso - ai dialoghi col proprio thumòs, direbbe Omero, col proprio intimo. E per essere arrivato, o averlo temuto, in ritardo. Ma senza lasciare il tempo di prendere fiato Arcangelo è apparso, attendeva mimetizzato per non creare imbarazzo. Nel luogo che è il barocco della Repubblica, stiracchiato, popolare, ma tenace, di mezze passioni e mezzi tradimenti, e di sangue sieroso, scrofole di pus improsciugabile, fra divisori di legno ripassati sul cinerino, genere conventuale, che inducono allo scalone. In cima al quale è apparso l’Arcangelo, che per essere stato magistrato è noto nel palazzo quale Eccellenza.
È stato l’inizio di un lungo viaggio per gli ampi corridoi del piano d’onore, riportati all’originario decoro di specchi e dorature. Fino a trovare il segretario in attesa, sereno di nome e di fatto: fisicamente ingombrante, le forti spalle e la nuca rilanciate e ingrandite da una specchiera incorniciata in sinuose volute, che parla di petto, sonoro, con gioconda cadenza veneta, e guarda con simpatia: i politici sanno essere curiosi. Non fu la sola sorpresa. Arcangelo ha esposto la questione del gas russo. Il gigante ha ascoltato in piedi, quasi fosse di passaggio, venuto giusto per gli ospiti, per la grande questione del gas, con aria di casualità e insieme d’intimità, e senza commenti, sostituiti da un giro per i saloni, ad ammirare i mobili, le quadrerie e gli stucchi, salutando questo e quello, chiacchierando volubile. Lo sguardo si è fatto attento al congedo. Poi Arcangelo, che aveva dimenticato la borsa, risalì su.
- Ha il nimbo quadrato che nei mosaici bizantini hanno i viventi – ridacchiò al ritorno del testone nello specchio: - La democrazia sarà cristiana o non sarà, diceva Leone XIII. – E si è accompagnato all’uscita.
Non sono cose eccezionali. I Beatles, che avevano scoperto l’India dopo il presidente Saragat, il quale voleva sfamarla, prendendone signoria con equipaggio di belle donne, Maria de Lourdes “Mia” Farrow, Prudence Farrow, Marisa Berenson e altre groupies, per meditare alle fonti del Gange, alle pendici dell’Himalaya, e di molti giornalisti in incognito, la lasciano con strepito. Si dice al seguito delle signore, stufe della corte dello yogi: le groupies sono cattoliche, e poi nell’India dell’Occidente non si scopa. Il Maharishi Maheshi Yogi è in realtà un uomo d’affari, e dai Beatles che apprezza, e dice “figli di Dio e salvatori dell’umanità”, voleva una quota dei diritti. Per un Movimento di Rigenerazione.
Arcangelo è un signore composto e complice, che ha fatto svanire l’imbarazzo per la Lambretta, che non si avviasse, che bruciasse olio, che sparasse fumi, e per l’evidente incuria, cioè sporcizia - seppure bicolore, la U150 è solida, ma avrà i suoi anni, il fumo non è più neanche azzurrognolo: ha preso le pendenze giuste, e si è divertito. È stato solo l’inizio di un faticoso week-end. Sereno è a Madrid l’uomo che detiene le chiavi delle case. Ma, aveva detto Arcangelo prima dell’incontro:
- Lo chiamano assegno in bocca, non si parla col presidente se non si passa da lui. – Spiegando che è l’uso: - Usava nell’antica Roma.
Sempre rapido, con la parlata gorgogliante, quasi una risata, il segretario aveva presentato i due visitatori agli ospiti che stava intrattenendo, un giornalista e l’ambasciatore sovietico:
- L’ho intercettato nella visita quotidiana alle Botteghe Oscure.
L’ambasciatore si è mostrato divertito. Rispondendo con vigore alla stretta di mano, ha accennato all’integrazione:
- Italia, Europa, Mondo – ha detto soltanto. È l’argomento di cui è sembrato opportuno caricare la nota su Tjumen, retorico ma non falso: il gas russo è utile all’Italia, fa il gioco dell’Europa, allenta le tensioni.
Il momento non è facile, il segretario ha lasciato palazzo Chigi per piazza del Gesù perché il presidente non è più certo di voler stare al governo. Il giornalista ha celiato sui socialisti, che fanno da sponda agli americani per alzare il prezzo del gas, il prezzo politico, argomento già sentito da Lupo. Il segretario è stato di altro parere, malgrado la presenza dell’ambasciatore, o proprio per questo:
- Più gas da Mosca, più caro, più soldi ai compagni.
Non è mancata Praga. Arcangelo ha raccontato:
- Nel 649 l’imperatore Costante II inviò in Italia un nuovo esarca, Olimpio, con queste istruzioni: imporre un “tipo”, cioè una professione di fede, che esige il silenzio sull’argomento del dissenso.
- Ma per una buona ragione - interloquì l’ambasciatore, - bloccare il monotelismo, una delle più violente contese teologiche del secolo, allora l’ideologia era teologia. - L’ambasciatore esibiva un solitario a spilla da cravatta, americani e sovietici usano ancora le spille da cravatta.
- Sunt superis sua jura, i potenti si fanno le leggi – ha detto Arcangelo ai piedi della scala, prima di risalire a prendersi la borsa: - Buon segno, vuol dire che l’ambasciatore è uno che conta. I capi sovietici vivono in un lusso che non immaginiamo. – E montando sulla Lambretta ha sospirato: - Togliatti non è morto, i comunisti sono colti e spietati.
(Il gas russo, che ogni anno è materia di controversia internazionale, è anche materia romanzata, con qualche proprietà esilarante, di più episodi di Astolfo, La gioia del giorno, editore Lampi di stampa. pp. 624, € 24,10, di cui pubblichiamo un estratto).
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