È sembrato un fuoco di paglia, un’apertura subito richiusa, quella di Casini ai popolari scontenti del Pd, o viceversa. E invece no, è stato, è, un tattico assaggio delle posizioni relative. Il leader dell’Udc, rinfrancato dai molti messagi che gli sono giunti ultimamente dall’interno del Pd, ha solo finto l’apertura delle sue liste agli ex popolari, e lo schieramento dell’Udc nella sinistra, seppure moderata. No, Casini ha solo sfruttato il momento per allargare lo sconcerto tra i popolari. Da giovane-vecchio democristiano sa che solo i rapporti di forza contano, quanti voti uno ha. E in questa prospettiva ha preso l’iniziativa.
Alle europee ci sarà una conta “definitiva”. Da cui Casini si attende che i suoi tengano o incrementino i suffragi, mentre i popolari resteranno con ogni probabilità in sofferenza, come Pd, e all’interno del Pd nella candidature.
Casini non ha fatto nulla di più perché sa che collocare l’Udc a sinistra lo ridurrebbe al ruolo di Mastella. I suoi elettori sono moderati, e se non amano i “massoni” di Berlusconi, si trovano benissimo con il “piccolo Andreotti” Fini. L’avvicinamento tra i popolari e i casiniani, che questo sito da tempo ha segnalato, non è un abbracciamoci, ma un bracico di ferro. Anche questo Casini sa, che non ha nessuna voglia d’imbarcare altri primattori nel suo partito, da Rutelli al giovane Letta.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento