Si può allora riscrivere la storia di Berlusconi in questo modo: che non gliene va male una. Aveva un Milan pieno di vice-Kakà, e trova uno che gli dà cento milioni per risolvergli il problema. E Ronaldinho, Shevcenko, Beckham, tutti (ex) campioni che ha preso a niente e che ora, senza l’ingombro del fantastico Kakà, potranno intanto giocare, e magari tornare quello che erano,virtuosi e forti campioni. Quando si dice la buona stella. Come in politica. Si è preso senza dare nulla in cambio cinque milioni di voti fascisti che nessuno voleva. Si è liberato di Casini e ha aumentato i voti e i seggi. Ha un’opposizione che più divisa, faziosa e incapace non si può, Controlla da quindici anni un paese che è sempre di sinistra ma lo vota – un po’ questo paese si astiene, un po’ si divide e un po’ è depresso, e il risultato è sempre per lui.
Kakà ora avrebbe l’occasione per impartire per la delizia degli italiani una lezione di politica, oltre che di bel calcio, una lezione semplice. Trattare con lo sceicco un ingaggio triplicato e poi andare da Berlusconi col cuore in mano e dire : “Non voglio partire, per la metà resto”. Vedremmo infine Berlusconi e i suoi gioiosi dirigenti costernati. A brigante brigante e mezzo, si diceva: in affari bisogna parlare di affari, in politica di politica - non di ingiurie né di supponenza. Ma non vedremo quella scena, c’è da giurarci.
Che Berlusconi sia una uomo fortunato probabilmente è stato detto, e lui stesso se lo dirà, ma qui è diverso, proprio non riesce a sbagliare. Un riccastro trimalcionesco che riesce simpatico ai più. Un piazzista che racconta le barsellette. Un venditore di pubblicità che diventa uno statista. Un comunicatore così povero, e anzi indigesto, che diventa il re e anzi l’imperatore della comunicazione. Alla quale detta temi, tempi, modi. Ora si libera di Kakà, giocatore bello e buono, che tutti amano, come Abramo che immolava il figlio Isacco, creando un mito che resterà per sempre e farà la sua squadra di nuovo grande, nella simpatia e nel voto se non sul campo, ricevendo in più un grosso premio, in denaro. Se Dio c’è, sicuramente è con lui, ecco il segreto di Berlusconi.
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