Va per accumulo, specie nelle invocazioni e le preghiere, per ripetizione. E usa giochi di parole, antitesi, immagini ardite. Sant'Agostino è pur sempre un filologo, un mercante di chiacchiere.
Se questo si collega alla sua teoria del piacere, una contraddizione emerge. “I piaceri molto spesso vanno stimolati”, dice, VIII, 3-5. Se è così, Agostino “stimola”, crea, il piacere del Dio ritrovato, usando proprio i mezzi dell’aborrito “mercato delle chiacchiere”. Ma è il suo lato più fresco, quello che lo tiene fuori dal bigottismo strisciante: l’irrisolta questione della sensualità, dell’uso dei sensi.
Sant’Agostino, Le Confessioni
lunedì 12 gennaio 2009
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