Marchionne aveva dunque ragioni ottime per stare fuori Torino e fuori azienda: l'acquisto della Chrysler è certamente di capitale importanza come ha detto. Dopo il risanamento di Fiat Auto, Marchionne può fare un secondo miracolo.
Pochi dubbi che l’accordo si perfezioni, alcune sue novità vanno sottolineate:
1) Fiat conferma la sua proiezione mondiale. In Brasile. In India con i Tata. E soprattutto, ora, negli Stati Uniti, il mercato più grande e più ricco. A cinque anni da quando vendeva Fiat Auto alla General Motors, si presenta acquirente e salvatore a Detroit.
2) Non è la rana che voleva farsi re: quando l’Avvocato Agnelli rilevò Valletta al comando, la Fiat era il quarto costruttore automobilistico mondiale, dopo le tre grandi Usa.
3) Fiat ha una lunga, e la più proficua, esperienza del mercato americano, con Cnh, la parte del gruppo che non è Fiat Auto.
4) La scelta internazionale è una scelta di puro mercato. La Fiat conferma il nuovo corso slegato dal ruolo di azienda nazionale, e dal tradizionale ruolo politico. Dopo quasi mezzo secolo di gestione eminentemente politica, con un manager che era soprattutto un mediatore politico, Cesare Romiti.
5) Fiat si muove in controtendenza rispetto a quello che si presenta come il nuovo assetto economico mondiale, che vede i governi condizionare i mercati, fino a dichiararsi non interessata alle misure che il governo e Bruxelles potranno prendere.
6) Chrysler è una sorta di Alitalia, un’azienda praticamente fallita. Ma questo è dopo la lunga agonia un asset: la ristrutturazione che è fallita a manager pure di qualità, e alla Mercedes, può a questo punto riuscire.
7) Si tratta della unione di due debolezze, il fondo Cerberus che ha rilevato il titolo per mera speculazione e un gruppo automobilistico che non ha nessuna esperienza del mercato Usa. Ma parte con realismo: introdurre negli Usa i modelli a basso consumo e basse emissioni che danno accesso ai colossali aiuti finanziari già varati dal Congresso.
8) Chrysler ha marchi, modelli, e organizzazione commerciale. Le sinergie sono potenzialmente strabilianti.
9) Con Chrysler dopo la cura Mercedes Fiat può entrare nei segmenti di gamma alta, più remunerativi.
10) John Elkann è stato parte dell’accordo, da tempo praticamente stabile a New York. Marchionne non è solo, la proprietà non è fatua né sprovveduta.
martedì 20 gennaio 2009
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