sabato 31 gennaio 2009

L'opinione pubblica in epoca plebiscitaria (2)

(Il testo seguente, sulla sostituzione della “tecnica” alla “politica” nell’informazione in regime plebiscitario, si leggeva nel 1932, al § 74, di “Der Arbeiter” di Ernst Jünger – testo da Jünger riproposto nel 1963, su insistenza di Heidegger (tradotto per ultimo da Guanda nel 2004))

L’offensiva contro l’indipendenza della stampa è una forma specifica dell’offensiva contro l’individuo borghese. Non può dunque essere condotta dai partiti, ma solo da un tipo di umanità che ha perso il gusto di questo genere d’indipendenza. Bisogna essere molto coscienti che la censura resta un mezzo insufficiente e che può anche favorire un affinamento e una cattiveria accresciuta dello stile individualista. Tuttavia il tipo(1) dispone di mezzi più estesi di quelli che lo Stato dominante tenta d’impiegare per difendersi quando ha fatto il suo tempo. Piuttosto che utilizzare la possibilità d’impadronirsi dei grandi mezzi d’informazione, trae profitto dallo stile con cui si esprime l’opinione individuale, che tende a diventare noioso e sorpassato. Quando si apre per caso una collezione di giornali degli anni 1830, meraviglia la quantità infinitamente superiore di sostanza che vi si esprime giorno dopo giorno. In questi articoli vive ancora qualcosa del vecchio artigianato.
In questo contesto, si assiste a due fenomeni molto istruttivi: da una parte la decadenza dell’editoriale e della critica, dall’altra l’interesse crescente per quelle rubriche in cui, come nella parte consacrata allo sport, le differenze di opinione individuale giocano un ruolo molto più ridotto – lo stesso l’interesse per le foto. Questo interesse si indirizza all’uso di mezzi particolarmente propri al tipo.
Si spera che una lingua precisa e univoca sarà utilizzata, uno stile fattuale di natura matematica adatto al XXmo secolo. Il giornalista appare in questo spazio come un sostenitore del carattere specializzato del lavoro, i cui compiti sono definiti e circoscritti dal carattere totale del lavoro, e quindi dallo Stato che ne è il rappresentante. All’interno di questo spazio univoco, i simboli sono di natura oggettiva, e l’opinione pubblica non vi è l’opinione di una massa composta da individui, ma il sentimento vitale di un mondo molto chiuso, molto uniforme. Ciò che affascina, è molto meno il punto di vista dell’osservatore che la cosa o l’avvenimento stesso, e di conseguenza si chiede all’informazione di comunicare il sentimento della presenza immediata nel tempo e nello spazio.
La coscienza morale del giornalista risiede qui in un massimo di esattezza descrittiva. Si manifesta con una precisione di stile che testimonia che la pretesa di effettuare un lavoro intellettuale ricopre più di un solo modo di parlare. Il fatto decisivo è qui, come abbiamo detto, che l’individuo borghese è sostituito dal tipo. E come era del tutto indifferentemente che l’individuo preso isolatamente si comportasse da conservatore o da rivoluzionario, la semplice apparizione del tipo apporta un consolidamento del mondo del lavoro, quale che sia il campo in cui interviene.
Questa apparizione coincide con un certo stadio dei mezzi tecnici, appropriato. È solo per il tipo che l’uso di questi mezzi possiede il senso di un atto di dominio. Come il giornalista cessa di essere un individuo borghese per trasformarsi in tipo, così la stampa cessa di essere un organo della libertà d’opinione per divenire l’organo di un mondo del lavoro univoco e rigoroso.
Questo s’intravede nella maniera diversa come si leggono oggi i giornali. Il giornale non ha più una cerchia di lettori nel senso antico, e si può riprendere a proposito della trasformazione del suo pubblico ciò che si è detto del pubblico del teatro e del cinema. Anche la lettura non si accorda più col concetto di svago: essa presenta piuttosto i segni del carattere specializzato del lavoro. Ciò si vede chiarissimamente nei posti dove si possono osservare i lettori, i trasporti in comune, il cui utilizzo costituisce già una forma di lavoro. S’indovina osservandoli n’atmosfera insieme vigile e istintiva, che ben si adatta a un servizio d’informazione di precisione e rapidità estreme. Si vuole avvertire mentre si legge l’impressione che il mondo si trasforma, ma questa trasformazione resta nello stesso tempo costante, nel senso di un’alternanza di segnali multicolori che si sorvolano rapidamente. Sono informazioni all’interno di uno spazio in cui l’avvenimento si distingue come una presenza di cui ogni atomo è colpito con la velocità di una corrente elettrica. È evidente che tutto ciò che è individuale vi è risentito sempre più come assurdo. Bisogna anche ammettere che la diversità degli organi d’informazione tende a confondersi, almeno nella misura in cui riposa sulle differenza tra i partiti o tra la città e la campagna.
(continua)
(1)Il termine tipo, e gli analoghi figura, totale, costruzione organica, sono usati da Jünger “anarca” di quegli anni nel senso esoterico della “legge del sigillo” di Salomone o “legge dell’esagramma”, simboleggiata dalla stella a sei punte, che tratta della corrispondenza degli opposti (v. Fulvio Rendhell, Trattato di alta magia, p.87). Nell’appendice Jünger spiega in nota: “Il grado di riuscita nell’utilizzo di concetti organici come figura, tipo, costruzione organica, totale, si misura dal modo con cui essi si utilizzano secondo la legge del sigillo e dell’impronta. Il modo di utilizzo non è in piano, è verticale. Così, ogni grandezza in seno alla gerarchia ha una figura ed è nello stesso tempo espressione della figura. In questo contesto interviene anche una luce particolare sull’identità della potenza e della rappresentazione. Si riconosce inoltre il tipo dal fatto che può dispiegare una vita propria, che può cioè crescere.
Questi concetti sono delle note per aiutare la comprensione, non sono essi che ci importano. Si può senz’altro dimenticarli o accantonarli una volta che siano stati utilizzati come grandezza di lavoro per capire una certa realtà che sussiste malgrado e aldilà di ogni concetto. Questa realtà dev’essere interamente distinta dalla sua descrizione: il lettore deve vedere attraverso la descrizione come attraverso un sistema ottico”.

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