Libro di fine Ottocento, un anno dopo l'“Anticristo” di Nietzsche, che apparve nel 1895. Quando i cristiani si interrogavano sul rapporto tra il Gesù della storia e il Cristo della fede. E l’ebraismo scopriva Gesù, se era il caso di appropriarsene dopo averlo per secoli dileggiato. Nel quadro della riscoperta dell’ebraismo.
È un testo esemplare della mimesi, la figura narrativa da allora ricorrente, per cui ognuno è un altro. Della narrazione matrioska, in cui ogni storia ne contiene un’altra, magari contraria. Lou Salomé non è banale. Ma qui cavalca, da psicologa, il tempo, la psicologia ingegnosamente applicando alla religione. Rovesciando cioè il dato psicologico spicciolo, o fisiognomico e caratteriale, che era l’essenza dell’antisemitismo. La religione risolvendo nel ridicolo: “Deve avere qualcosa di semplice e di infantile e deve, nelle sue estasi, serbare qualcosa di primitivo e di naturale”. Detto di una fede che fu anche perseguitata e poi combattente. E dell’uomo più complicato della storia.
Lou argomenta che Gesù è, fu, la quintessenza dell’ebraismo. Porta anche pezze d’appoggio. “Io sono venuto a voi nell’amore e non ne sacrificio” è Osea, e altri profeti della Bibbia. Molte massime di Hillel, contemporaneo di Gesù, trova nel “Discorso della montagna” di Matteo. Ma la tesi si commenta da sola. “Figlio di Dio” ricorre, sia nei “Salmi” che nei “Profeti”, come attributo del monarca, annota sospettosa. Solo scindendo la missione religiosa da quella politica, spiega, è stato possibile elevare Gesù “a salvatore metafisico del mondo intero”, sradicandolo dal giudaismo - senza spiegare chi l’ha sradicato dal giudaismo. Per concludere, anche lei, che Gesù è incompatibile con la chiesa. Angelino aggiunge che la chiesa è sincrestistica: è ellenistica (platonica, aristotelica) e romana - ma è anche palesemente buddista (la nascita increata, i miracoli, i discepoli, i vangeli orali, le reliquie, i monaci, il battesimo nelle acque, la confessione collettiva), bramanica, e zoroastriana, nelle procedure, nei riti. Tutto si può dire, non leggendo i Vangeli. In quanto revisione, la storia non storia che non cessa di saziare, questa non fa nemmeno scandalo, c'è di peggio. Ma, agudeza per agudeza, che vuole dire cristiano senza Gesù? È vero peraltro che i cristiani sono sotto assedio.
Il Cristo che innamorà Rilke
Non mancano tratti della consueta finezza: “Dio è originariamente una creazione dell’uomo che, proprio nella fede ebraica, si capovolge nella tesi secondo cui l’uomo è una creatura di Dio, in cui l’amore filiale per il proprio padre è, al tempo stesso, l’amore paterno per il proprio figlio”. L’uomo riscoprendo, spiega Carlo Angelino, che il saggio ripubblica, come l’“essere in cammino verso Dio” dell’eretico Taziano. Non l’ animal rationale di Aristotele, la patristica, la scolastica, l’uomo non è un animale, essendo stato da Dio creato “a sua immagine e somiglianza”. Come la divinità, creatura dell’uomo, diventa il suo creatore, è l’essenza dell’ebraismo, e di Gesù.
La pubblicazione di “Gesù l’ebreo” valse a Lou l’attenzione di Rilke ventenne, che, entusiasta del "mit der gigantischen Wucht einer heiligen Überzeugung so meisterhaft klar ausgesprochen“, la magistrale espressione dell’impeto di una santa convinzione, le inviò una serie anonima di lettere e poesie, e l’anno dopo andò a trovarla, facendosi presentare da Jakob Wassermann. Aprendo l’unica stagione di amore vero forse che si conosca di entrambi i soggetti.
Lou Salomé, Gesù l’ebreo, il melangolo, pp.46, € 8
lunedì 12 gennaio 2009
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