Quando Prodi ha lodato il governo, domenica, Veltroni aveva già deciso. La sconfitta elettorale in Sardegna è solo stata un pretesto. Se questa informazione è giusta, allora le sue dimissioni sono un riflesso condizionato da centralismo democratico, che non prepara un consolidamento ma aggrava la frantumazione del Pd. Riflesso condizionato all’unanimismo e al comando unico che è stato peraltro costante nell’anno e mezzo del buon Veltroni, i cui geni sono, checché egli ne dica, saldamente cominformisti, di scuola togliattiana. Il caso di Firenze, alla vigilia della Sardegna, ha mostrato nudo il suo teatrino: non stimolare, non aprire opportunità, non creare entusiasmi, nella città e nel partito, ma sanzionare questo e quello, per farsi mandare a quel paese dal giovanissimo candidato sindaco. Il Pd ha (ancora) i federali del Capo. E Veltroni è uno che manda i commissari….
Detto questo, è vero che Veltroni è vittima del suo democristianesimo. con cui pensava di fare le scarpe ai democristiani. Col mai stato comunista - come se i Dc, seppure ex, fossero rincoglioniti. Con il pellegrinaggio ai santi dc vecchi e nuovi. Con la sua collaborazione fidata, nel nome del vecchio Pci, con Romano Prodi. Quando ha pensato che la gallina era cotta, e che poteva mangiarsela, i vecchi Dc si sono alzati dal piatto, e lo hanno buttato fuori di casa - non sarà facile per Veltroni rientrare in corsa, dopo questa colossale falsa partenza. I Dc veri, non quelli che sifingono. A Roma e in gni città d’italia.
Che partito
Un partito moderno è, dovrebbe essere, come l’Ulivo, molto federativo. Capace di esprimere di volta in volta un leader elettorale, comunale, provinciale, regionale, nazionale, ma senza un partito centralista, con una burocrazia. È un fatto, ed è ineludibile: dai referendum del maggioritario il sistema elettorale è stato riformato in senso decisionista, con l’elezione diretta di un uomo. Il sistema non è completato nel punto più delicato, il governo nazionale, ma questo per colpa degli ex comunisti, non abbastanza ex, i quali temono appunto un capo del governo autonomo dal partito, anzi dal Partito. Prodi, che c’è riuscito, è stato abbastanza agevolmente silurato dal partitismo. Berlusconi in parte pure, da Follini e Casini, con Fini, nel passato governo, che però poi ha disinnescato. Ma non c’è più un partito che manda i dirigenti, i candidati, e i commissari, se non appunto il Pd di Veltroni. Ha pure un comitato per le epurazioni.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento