Titolo marxiano per un racconto crepuscolare. Di eventi e persone minime, compreso il passaggio in Svizzera o Jugoslavia. Di cui Pasolini pretenderà che era un romanzo “contro De Gasperi”: “Io fui coi braccianti”, dice, “poi lessi Gramsci e Marx”. È possibile. Quali braccianti? “I braccianti friulani in lotta contro i latifondisti, subito dopo la guerra”. Ma non ci sono latinfodisti nel Friuli, e non ci furono lotte. “Il sogno di una cosa”, pubblicato nel 1962 ma scritto allora, si doveva intitolare “I giorni del lodo De Gasperi”, dice lo scrittore nel 1970 (“Al lettore nuovo”), come dire “i giorni dell’ira”. Ma De Gasperi non ne seppe nulla.
Pier Paolo Pasolini, Il sogno di una cosa
mercoledì 11 marzo 2009
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