Il Pasolini essenziale dei precedenti “Pasolini, una vita” e “Come non ci si difende dai ricordi”, di brevi aneddoti e vivi, che dicono tutto: le “vedove” che hanno affollato Casarsa e il cimitero, l’amore adolescenziale del poeta, l’unico della sua vita, il fratello Guido escluso e devoto, la madre innocente di sventura, il precoce ossessivo erotismo, Laura Betti, il complotto, Pelosi (qui curiosamente ascrivendo Sartre ai complottisti, mentre il filosofo per primo e molto persuasivamente il 14 marzo 1976 sul “Corriere della sera” fece dell’assassinio la lettura di Naldini, che Pelosi agì per “pura hybris di fuggire da se stesso”). Naldini non ama la figura pubblica di Pasolini, si sente, le sue furie posticce e contraddittorie, e tuttavia in questi tratteggi del cugino e amico ha maturato una feconda cifra narrativa.
Nico Naldini, Breve vita di Pasolini, Guanda, pp. 152, € 12
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