Douglas lo considerava il suo libro più importante, anche se ha scritto di meglio. È pieno di luoghi, Siena gelata, Firenze antipatica, Levanto felice “zona di guerra”. Di situazioni – come imboscarsi a Londra per evitare la guerra. E di personaggi. Anche importanti: Ouida, Malwida von Meysenburg, il vecchio Ramage. Di Craufurd Tait Ramage, il primo viaggiatore inglese, in realtà scozzese, come scozzese è Douglas, e il più perspicace anche se affrettato, dell’Italia meridionale, negli anni 1820, quello che più ha lasciato traccia nei futuri viaggiatori, Douglas fa il suo interlocutore. Non senza i soliti sorprendenti punti di vista. L’usignuolo meridionale, importuno alle ore antelucane, non ha nulla del melodioso usignolo inglese. Ponendo l’interrogativo se la letteratura non è tutto – e niente.
Ma più che altro la felicità del ricordo viene dagli incontri. Molti giovani allietano il bighellonaggio di Douglas in Italia, troppo vecchio per andare al fronte, durante la Grande Guerra. Senza altra traccia se non, dice Douglas, le “ore liete” - un filone erotico sempre e solo sessuale, che arriverà fino a Pasolini. Non ancora “caprese”, Douglas se ne compiace come un piccolo Casanova omofilo Norman Douglas, Alone. In viaggio per l’Italia
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