Obama doveva solo riaprire i rapporti con Cuba, che i Kennedy obbrobriosamente hanno chiuso cinquant'anni fa, con grave danno per l'isola. Ma al vertice interamericano si è ritrovato a fare i complimenti a Chavez, che è tutto dire. A Evo Morales, che il giorno dopo ha fatto assassinare in albergo a La Paz tre oppositori. E al presidente peruviano Alan Garcìa, che prima di Pasqua aveva fatto condannare a venticinque anni, per violazione dei diritti umani, l'ex presidente Fujimori. La cui figlia è in testa nei sondaggi per le prossime presidenziali. Garcìa stesso è un ex presidente, ex ricercato internazionale e condannato per appropriazione.
L'imperialismo ha a volte le sue ragioni.
Galli della Loggia fa un'ampia presentazione sul “Corriere della sera” di mercoledì 15 di “L'Italia contesa” di Aldo Schiavone. In cui argomenta il nodo principale della sinistra, che, lo sanno anche i disappetenti e i distratti, è la mancata riflessione dei comunisti (ex) sul partito Comunista, la cosiddetta autocritica. Schiavone il giorno dopo su “la Repubblica” manda a Galli della Loggia un sonoro vaffanculo: è uno, dice più o meno, che rimprovera alla sinistra italiana di esistere. Cioè dà ragione a Galli della Loggia.
Gliela dà doppiamente: Schiavone ai bei tempi. non molti anni fa, è stato espulso dall'Istituto Gramsci.
Muore Roberta Tatafiore, scrittrice di successo, intelligente, amorosa, di tanti gruppi, tanti giornali, tanti convegni, sola, di solitudine. Si dice di depressione ma è la solitudine.
Non per il timore di finire “farfalla prigioniera”, per le troppe leggi che portano il giudice nel cuore e nella mente, e fin nel desiderio di vivere. No, per la solitudine tra gli affetti. La solitudine del combattente, di chi ha avuto fede e si è impegnato per essa, credendoci, sia pure della sola intelligenza, è specialmente dolorosa.
La colpa è di Santoro. C'è stato il terremoto, tanti sono morti, c'è una ricostruzione non semplice da avviare, ci sono da reperire dieci, se non quindici, miliardi (nuove tasse? con la crisi?), ma la sola cosa che interessa la politica, la agita, la domina, è Santoro. È un segno, l'ennesimo, del potere della Rai, del fatto che solo la Rai a Roma, in Italia, nella politica, “esiste”: apparire, e dare posti.
Questo Santoro che è tutti noi, i belli-e-buoni che siamo la coscienza civile della nazione, si scopre che è il più lottizzato. Cioè protetto politicamente. Sta a Raid Due, che è la rete della Lega, che Santoro assolutamente onora. Con contorno della solida destra dei Borromeo d'Adda e dei Travaglio. Ma fa capo organizzativamente non al settore informativo di Rai Due, perché esso è diretto da uno (ex) di An, bensì al Tg 3, l'(ex) Telekabul, di quando gli afghani erano compagni, seppure occupati dall'Urss.
Preti camuffati da baobab, per dire poi come gli africani si passano l'aids pure col preservativo, vergini e martiri che mozzano teste nelle missioni (segrete? Ma sì), e in Turchia, in Russia, ladri dell'otto per mille, benché sia un contributo volontario, oratori e boy-scout appestati di froci, lo sterminio degli ebrei, naturalmente, a opera di Pio XII, Andreotti santo e Ruini dannato (o Dell'Acqua – chi era Dell'Acqua? Dimenticato?). L'immaginazione dell'anticlericalismo in Italia non fa ridere, benché abbia a disposizione un papa tedesco. Anche perché è spesso opera di clericali che si negano – anche i fascisti si dicevano le barzellette. A parte la gioia della bestemmia, che per molti è però una “prova di Dio”. Ma in nessun altro paese gli anticlericali si vogliono santi, come in Italia.
Di una noterella da “Espresso” Belpoliti ha fatto prima un librino alternativo su Moro, a corpo 14, con due foto della prigionia, ora un saggio corposo di Guanda su Berlusconi, “Il Corpo del capo”. Si vede che Berlusconi rende. Due libri di Scienze sociali. Ma da scienziato politico, se non da scrittore, meglio avrebbe esercitato la sua verve sull'ex sindaco di Roma e ex segretario del partito Democratico, che con più applicazione, scienza di consulenti, dedizione di adepti, si era costruita l'immagine del buono a tutto, ogni giorno un'idea, una cerimonia, una foto, ieri i Nobel in Campidoglio, oggi il papa, domani McCartney al Colosseo, e immagini sempre lusinghiere, foto di studio, scatti dì artista, nelle migliori cronache romane, compresi i settimanali intelligenti, alcune imbarazzanti. Per quasi dieci anni. Al termine dei quali ha perso il Comune di Roma e il partito. Tremila e cinquecento “apparizioni” per nulla, una finanziaria sprecata, di intelligenze e di soldi. C'è cura e cura del corpo del capo - Kantorowicz non sarebbe contento - e a volte l'unzione non serve.
Sarkozy porta sotto il suo controllo diretto la tv pubblica in Francia, che vari filtri (organismi di garanzia) finora proteggevano dall'esecutivo. E le impone l'abbandono della pubblicità. È un gesto politico autoritario, anche perché mira a indebolire ulteriormente la tv pubblica negli ascolti, che già parte in seconda o terza posizione in Francia rispetto alle private. Ma in Italia è molto apprezzato dalla sinistra ufficiale, in quanto elimina la pubblicità che “interrompe le emozioni”, secondo il detto veltroniano.
La strumentalità politica è stata dibattuta e denunciata in Francia a lungo. Con forti perplessità nella stessa maggioranza presidenziale. Al punto che Sarkozy ha dovuto anticipare l'abolizione della pubblicità con un motu proprio assolutista, sotto le specie di “autonoma” decisione del consiglio d'amministrazione dell'emittente (la legge è stata approvata prima di Pasqua, la pubblicità era stata abolita all'inizio dell'anno). Ma neppure questo ha “interrotto l'emozione” dei benpensanti di sinistra in Italia.
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