I sondaggi danno Berlusconi vincente con largo margine, qualcuno anche sopra il 50 per cento. I prefetti lo danno ampiamente vincente, per lo stallo del partito Democratico, ma non ovunque. Il partito della Libertà supererà agevolmente il risultato di un anno fa, quando ebbe il 37,4 per cento dei voti (era al 32,5 per cento alle europee del 2004), ma non di molto. E anzi dovrebbe denunciare perdite in Lombardia e in Sicilia, le sue piazzeforti, solo in parte colmate da Roma, Napoli, l’Abruzzo e altre aree marginali.
I sondaggi danno anche in forte crescita le due formazioni concorrenti a quelle maggioritarie, la Lega a destra e l’Idv a sinistra, ma questa è la normale deformazione demoscopica, per cui chi “vota al centro” non si dichiara o si dichiara meno di chi vota per le estreme. Non è per queste formazioni che Berlusconi riduce i consensi. Berlusconi non perde tanto in favore della Lega, di cui anzi è dubbio che manterrà l’8,5 per cento del voto politico, ma per le astensioni, e per i suoi inciampi. L’astensionismo non è una novità per gli elettori di destra alle europee, un voto senza alcun effetto pratico. Gli errori di Berlusconi sono invece una novità.
La lista è però solida. Uno è l’Alitalia (azionisti e obbligazionisti, comuni dell’asse Milano-Varese-Malpensa, sindacati, viaggiatori scontenti, sia di Linate, cioè della stessa Az, che di Malpensa). L’altro è lo scarso impegno a favore di Milano, abbandonata su Malpensa e l’Expo, mentre Tremonti e il governo si sono adoperati per Roma. Al Sud ovunque c’è delusione per l’assenza di qualsiasi impegno di governo, a parte il miraggio del Ponte. In Sicilia il fiduciario Lombardo è addirittura alla rivolta.
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