Le banche sono scontente dell’amministrazione controllata alla Chrysler. Avevano detto sì all’accordo Fiat-Chrysler con l’intento non celato di pressare il gruppo italiano per ottenere subito contropartite in affari, e presto margini su cui ripagarsi. L’amministrazione controllata ora protegge Torino.
Dell’insoddisfazione delle banche è portavoce il “Financial Times”, che ha scomodato ieri Machiavelli per denunciare l’appiattimento dei creditori nelle procedure dell’amministrazione controllata. Non ci sono più crediti privilegiati, crediti senior, ma tutti concorrono agli stessi attivi, compresi quelli dei lavoratori.
Per il gruppo italiano, che inizialmente non aveva gradito il Chapter 11, la prospettiva complessiva sembra mutata. Il Chapter 11, la procedura semi-fallimentare, rischia di interferire con la gestione, qualora qualche creditore, anche piccolo, decidesse di ricorrere in tribunale per essere liquidato con la cessione di un asset pari al suo credito. La gestione cioè rischia di essere appesantita da questa possibilità. Contro la quale però il sostegno della Casa Bianca all’accordo può essere dissuasivo, e comunque di grande protezione. Mentre le pressioni delle banche su Fiat, la parte sana dell’accordo, si indeboliscono.
domenica 3 maggio 2009
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