Malpensa targata Lufthansa potrebbe decollare già in autunno, in dipendenza dalla stagione estiva e, soprattutto, dalla ripresa degli affari. La compagnia tedesca ha pronte le risorse, gli aeromobili e un programma di rotte intercontinentali, per fare dello scalo varesino il suo terzo hub europeo, con Fancoforte e Monaco di Baviera (come questo sito poteva segnalare già a ottobre, "La nuova Alitalia sarà Lufthansa"). Lufthansa ha anche il vantaggio di avere con sé la Sea, l’azienda comunale milanese degli aeroporti. Mentre il rinnovato interesse della provincia di Varese per lo scalo, dopo il minacciato ridimensionamento, dovrebbe portare a soluzione rapida i residui problemi di infrastrutture – gli accessi e il costo degli stoccaggi e delle forniture di kerosene e gas.
Lufthansa punta anche sulle rotte interne italiane, il Milano-Roma e altri scali. E può perfino lamentare una discriminazione a vantaggio di Alitalia. Questo è tutto dire, al confronto, sull’operazione salvataggio Alitalia. Quarantamila azionisti, centomila obbligazionisti, tre (o quattro, o cinque) miliardi di debiti e ammortizzatori sociali speciali, a carico cioè dello Stato, e una pletora di grandi azionisti che stano lì solo per lucrare sul passaggio dell’azienda residuale a Air France. Dopo Telecom Italia il predatore Colaninno lascerà un’altra grande preda stecchita?
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