lunedì 25 maggio 2009

Ombre - 20

I Tar salvano i professori settantenni dalla pensione. Costosi ricorsi ai tribunali amministrativi sono stati avanzati dai professori ultrassettantenni che il governo voleva mettere in pensione, per risparmiare un mezzo miliardo, e per aprire qualche varco ai nuovi professori. E valorosi giudici hanno dato loro subito ragione.
La società civile? I giudici? La questione morale?
L’età media dei professori italiani all’università, che fa la ricerca pura e tiene il paese aperto al nuovo, è di sessant’anni.

Con un tratto di orgoglio i giornali Rcs fanno giustizia oggi dello Special (zero virgola) One che li prende per il culo da un anno ("non sono un pirla"), che fino a ieri gli faceva spellare le mani, di giubilo. Il patron Moratti sente aria di ricatto economico, e i bravi giornalisti milanesi gli danno una mano a rimettere in riga Mourinho.
Lo fanno però con stile. Su uno dei due quotidiani del gruppo, il "Corriere della sera", Alessandro Pasini, che pure sembra veramente irritato, rappresenta Mourinho, un pirla, come un sofista antico.

Il Cpt di Lampedusa si lamenta: non ha più duemila e passa ospiti, ne ha solo 23. Le cooperative, che vivono dei rimborsi dello Stato per ogni clandestino per ogni giorno di permanenza, sono “senza “lavoro”, lamenta l’isola.
Sono cooperative sociali, molto parrocchiali. Si capisce che i preti sono contro i “respingimenti”, l’unica cosa che a loro interessa è l’accoglienza, nei Cpt.

“Noemi è una ragazza che abbiamo portato avanti con amore e siamo orgogliosi di lei e di come si comporta. Nessuno può smentire questo, da Veronica Lario in giù”, dice il signor Letizia al “Mattino”di Napoli.
Nessun dubbio che Veronica Lario non si scuserà, lei è Medea. E una signora, milanese. Ma l'Ansa? O è un cestino dei comunicati, dei potenti?
E Cresto Dina, che è uno scrittore?

“Repubblica” fa un’intervista a uno dei fidanzati di Letizia, il quale dice, lui è un onesto operaio, che Noemi è una troia. Più o meno.
Ora, il problema rimane: lo è stata con Berlusconi? Perché questo a noi interessa, se Berlusconi, giusto l’atto di accusa inviato da sua moglie all’Ansa, è uno stupratore di minorenni. Benché, se Noemi è una troia…
È questa pubblicistica una provocazione, come si diceva una volta? Certo che lo è. Ma un problema succedaneo si pone, poiché Franceschini, che non si sa chi sia ma dirige l’opposizione, ne chiede conto a Berlusconi: si giustifichi il presidente del consiglio con l’ex fidanzato operaio. Anzi, chiede che Berlusconi vada in Parlamento e risponda a tutt’e dieci le domande che sullo stesso giornale gli ha rivolto D’Avanzo. Potenza delle questure.

Da due anni "Repubblica" online insegue Berlusconi con un portafoglio di dieci foto, "Le donne del Cavaliere". Nulla di particolare, sono le donne che fanno politica, qualcuna in età, quasi tutte severamente vestite, una vecchia amante sbrodolosa, e una venezuelana che lavora al Bagaglino. Si poteva pensare che fosse una forma di pubblicità berlusconiana, l'uomo è celebre per pensarle tutte. E invece è un bel caso di un'idea che fa nascere la cosa.

Il Comune di Brescia fa una ordinanza per evitare che i pakistani possano giocare al cricket nei parchi, la domenica mattina. Bisogna segnarsele queste cose, tanto sono inverosimili.
Abbiamo ricevuto tante lamentele, spiega un assessore. Leghista, è vero, la cattolicissima Brescia è leghista. Forse per questo non si è sentito un arcivescovo lamentare la decisione del sindaco. Nemmeno un vescovo. Un prete, una suora.

L’ex ministro Lucio Stanca confida la verità a Roberto Gervaso sul “Messaggero”, l’Expo milanese del 1015 è un investimento colossale: “L’Expo vale tre volte il ponte di Messina, si spenderanno quindici miliardi”.

Giovedì “Repubblica” pubblica online la foto di Berlusconi che si asciuga il sudore, lasciando il cerone nel fazzoletto. Il “Corriere” rimedia al buco venerdì mettendo la foto in pagina.
Questo naturalmente non è un fotomontaggio, anche se il cerone non è così marrone – il fotomontaggio è di destra. E poi è vero: Berlusconi si tinge i capelli, non è il solo tra le alte cariche dello Stato, e quando va in televisione si trucca.
Alessandra Tarantino, la fotografa, ha l’occhio di lince di Capa quando fotografa il miliziano.
È finalmente il giornalismo libero, com’era il “Borghese” sessant’anni fa, delle serie i forchettoni, le dita nel naso, la grattatine. Anche i fotografi sono liberi, nel ritocco.

La par condicio traborda dai panini Rai ai giornali: Berlusconi ha l’aria di durare, l’antiberlusconismo non garantisce più la copia in più, e i grandi padroni dei grandi giornali curvano verso la par condicio. Tutto quello che dice Berlusconi ora viene pubblicato, con accanto, o sopra, il contraddetto di Franceschini. Una curvatura non innocente - non c’è partita, non ci può essere.
Meglio l’antiberlusconismo: fa perdere la sinistra ma almeno è divertente.

La par condicio vuole che per ogni uscita di Berlusconi ci debba essere un’uscita di Franceschini. Se B. oggi dice solo che il tempo è bello, alla fine F. sarà costretto a dire che il tempo è brutto. È una pesatura del giudizio che ricorda quella delle anime di Ireneo di Lione, che pure è santo: chi ha più fieno in cascina ha più paradiso. Mentre l’opposizione dev’essere più intelligente del governo, il quale ha già dimostrato di esserlo, avendo vinto. O altrimenti è meglio che taccia, aspettando che il governo prenda male la prossima curva. Invenzione diabolica, questa della par condicio, non per nulla è del fratacchione Scalfaro.

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