zeulig
Ateismo - È una forma d’idolatria, come si sa. Non è mai, in nessun caso, una forma della verità.
Bambini – Quando vanno via dagli adulti hanno lo sguardo ironico e assorto. Fio ai quattro-cinque anni, si finisce di essere bambini, un mondo a parte, a quell’età, entrando nell’accumulo delle esperienze.
Conoscenza - È catalogazione e riordino. È acquisizione e scoperta in quanto i fatti ordinari, anche quelli che si presentano normali e già ordinati, sono di per sé bruti, cioè insignificanti.
Corpo – È l'espressione dell’anima, o il suo stampo. È l’unico suo modo di essere.
In città è il codice preminente di linguaggio, e dell'estetica. La civiltà urbana è visiva, sta a quello che si mostra. In Africa – o in Calabria, in Garfagnana – il corpo viene dietro ad altre considerazioni, di carattere, fisionomia, ingegno, applicazione.
Il corpo è una semplificazione. Non difficile – le ragazze nigeriane del bush si trasformano in pin-up senza sforzo se indirizzate alla prostituzione in città. È la città che privilegia l’occhio. Per cortezza di vedute? Per velocità – la mancanza del tempo. Per cinismo, la disaffezione alle persone, sovrastando le cose.
Cristo – Ha desacralizzato il mondo, ponendolo alla ricerca della verità – filosofica. Il Messia arriva con la salvezza. Ma la salvezza si fa attendere: il Mondo non è finito duemila anni fa, il Tempo non è finito. I riti che la chiesa ha elaborato aiutano a ingannare l’attesa, ma non molto.
È la responsabilità individuale. In questo senso si è ribellato a Dio ancora prima dell’invettiva sul Calvario. L’urlo sacrilego è l’epilogo della rivolta, il suo fallimento. La resurrezione non è un riconoscimento postumo ma la continuazione del calvario. E non interrompe la deriva aperta verso la secolarizzazione, la ragione laica.
Né è un rimedio l’invenzione della grazia, assurda. Di anime – Lutero, Calvino – forse caritatevoli ma facinorose, piccoli cristi ribelli. Il cristianesimo è la liberazione dell’uomo, sì, ma da Dio
Non muore in realtà, né può risorgere. Il cristianesimo pone, per prima tra le religioni, la religione come un problema: la teologia vi è filosofia, anche se con fastidio.
Darwinismo - È stato decretato certo, fino a coprire le forme deteriori e più povere del progresso, perché si ha bisogno di certezza. Ma resta ancora da provare. Che organismi monocellulari diventino sempre più complessi, fino a costituirsi in mammiferi e altre specie.
Elettronica - È la parodia radicale dell’individuo, di cui sarebbe la materializzazione. Nel mondo virtuale ognuno è al centro. Di niente.
Eternità - È umana, si sa: solo l’essere umano la concepisce e la vive, solo in funzione dell’essere umano l’eternità è concepibile. Ma ha a che fare con la storia. Non col mero fluire del tempo, ma col progresso – il miglioramento, il perfezionamento, la santificazione.
È un metronomo dell’umano sentire e agire. Non neutro: è una calamita, seppure lieve, che accresce-rallenta il movimento in rapporto alla sua stessa complessità, al senso morale (a un senso morale che ne è la complessità).
Filologia – Tristissima ne è l’età, una vecchiaia prolungata, a rimuginare la creazione, da troppo tempo sempre già avvenuta. La mucca ebbe in India 21 nomi segreti. Oggi si possono ricostruire i significati, anche con scrupolo, ma non più nominare.
Labirinto – È una costruzione e non una prigione, uno spazio definito (predeterminato). Nel quale si vaga per curiosità, per vezzo, per sfida. Di cui non si è prigionieri in realtà, se non al modo del ragno nel suo reticolo, per il piacere dell’attività – e per la natura?
Legge – Quando è l’ordine, crea il massimo di disordine. È un principio fisico, e dei gruppi sociali.
Passione – È un modo d’essere, più spesso che non un atto, più o meno volontario. Gli stessi impulsi nascono da un modo d’essere: la “natura”, la Bildung.
Realtà - È comunicazione. E la comunicazione è rappresentazione: una immagine della realtà
Rimozione – Senza, non si sopravvive.
Riso – È invenzione recente, poiché non c'è nella Bibbia, dove pure succede di tutto. Nella Bibbia s piange, ma non si ride. Dio dunque non ride. Né mai ha riso Gesù.
Storia – La memoria libera il passato. Anche l’oblio. Ma quanto è libero il passato? Morto o rivissuto che sia?
La verità è che il passato continua. E non è libero né coatto, è in divenire.
“La memoria va ‘narreri” dice Domenico Tempio, oscenamente intendendo: il mondo va in culo! Ma anche figurativamente: è la cecità della storia. E fisicamente: il mondo finisce in un culo di sacco se la materia finisce nel buco nero.
Tempo – Una città come Roma ancora non lo ha inventato (scoperto): una cosa vi può succedere, indifferentemente, in un minuto, un giorno, una settimana, un mese, un anno.
Una professione come quella giornalistica l'ha abolito, tutto è istantaneo.
Ma l'uomo è il tempo. Che è il presente, ieri non 'era, domani non ci sarà. Il presente esteso nella memoria e nell'immagoinazione.
Viaggiare - Sui viaggia per stare soli. Senza perdersi: nella differenza ci si ritrova.
zeulig@antiit.eu
mercoledì 13 maggio 2009
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