mercoledì 24 giugno 2009

Colpo di stato permanente a Milano

Da quello che se ne vede e i giornali fanno dire a queste donne e ai loro imprenditori-protettori, lo squallore è inverosimile. E non tanto a Bari, di cui devono essere parte eminente, invocate dal corteo di trionfo per il magistrato-Emiliano (si fa un corteo di trionfo per un sindaco…), con i loro imprenditori-protettori Tarantini, Matarrese, Mannarini eccetera, e i loro amici della giunta di sinistra di Vendola, Frisullo, Tedesco eccetera. Questo qualifica il capoluogo pugliese. Ma che l’uomo più ricco e potente d’Italia non abbia amicizie migliori questo è possibile solo a Milano. A stare solo a quello che è certo, che queste donne sono entrate in casa di Berlusconi, anche se solo per farsi le foto: solo a guardarle in faccia uno le avrebbe lasciate fuori sul marciapiede, avrebbe chiamato la polizia, sarebbe scappato. Il fatto che pesa nello scandalo è tuttavia un altro, le puttane non hanno mai fatto la storia.
Lo scandalo è nel “Corriere della sera”, ancora una volta, che ogni giorno pubblica di queste donne foto molto lusinghiere, roba da magnaccia, e nella magistratura. In sintonia con D’Alema, sotto il cui patrocinio la Rcs ha posto il giornale col condiscendente de Bortoli. Ma al fine dichiaratamente eversivo di Milano e del suo giornale: tenere la politica e il governo sotto scacco. In passato il “Corriere” e la Procura milanese hanno processato Berlusconi con grande violenza per traffico di droga, per concorso esterno in associazione mafiosa e per concorso in strage (stragi del 1992-93), oltre che su accusa della signorina Ariosto. Nel caso di Bari non "esiste" che l'inviata di cronaca giudiziaria del "Corriere della sera" voli a Bari a intervistera una prostituta, con le si dia del tu, e ne avalli ogni parola. Né che il maggior giornale di Milano e d'Italia pubblichi tutto a cuor leggero in grande evidenza, se non per accrodi già presi. Certo non con una prostituta. Con chi, allora? Perché?
Si dice che è terrorismo giudiziario e mediatico e invece è golpismo. I terroristi, per quanto assassini, rispettano le vittime. Né questa è una partita contro Berlusconi, che è bene Milano, pure lui, è una partita per il non governo.
Martedì 22 novembre 1994 il “Corriere della sera” pubblicò in anteprima un avviso di reato (si chiama di garanzia, ma è di reato) a Berlusconi con un “avviso di reato”, notificato al giornale in esclusiva qualche ora prima che all’indagato, per concorso in corruzione, un procedimento poi finito nel nulla. Alla vigilia di un congresso Onu a Napoli sulla criminalità che Berlusconi doveva presiedere. Quanto bastava a Scalfaro per liquidare il governo che Berlusconi presiedeve dopo aver vinto le elezioni sei mesi prima. Né Mieli, il direttore dell’epoca, né Di Feo, il cronista del falso avviso, hanno mai spiegato come è nato l’imbroglio. Né hanno mai chiesto scusa. Il tribunale di Brescia, cui Berlusconi si era rivolto, ha evitato di prendere in considerazione sia l’iter del falso avviso sia l’inconsulta aggressiva pubblicazione dello stesso. Ma questo, in regime costituzionale, è un colpo di Stato.

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