“Per fare buone le polpette bisogna bagnarsi le mani”, dice il protagonista. Il regista non deve averne avuto il tempo. Ma bisogna pure capirlo: una polpetta di una polpetta non può venire bene.
Si è fatto il film in fretta per sfruttare il successo dei libroni – un film che è la cucitura di un serial tv. E tutto vi è più irreale che nell’irreale romanzo. Con in più le torture, il genere splatter è ingrediente indispensabile nei film teutonici, che il primo romanzo della trilogia ci risparmiava.
È solo prova della disonestà dei critici, che evidentemente non vedono i film.
Niels Arden Oplev, Uomini che odiano le donne
martedì 2 giugno 2009
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