La moglie di Berlusconi scrive una lettera avvocatesca: sono sempre stata tutta marito e figli. Avvocatesca nel senso che predispone le batterie per una separazione per colpa. La separazione è per ora consensuale, ma Berlusconi potrebbe far valere a suo vantaggio nella divisione dei beni il pregiudizio ostile (ha già lamentato: “Mi hanno fatto perdere voti Kakà e mia moglie”), e la moglie si premunisce. Milano invece ne fa un monumento. Il “Corriere della sera”, cui la missiva è stata indirizzata, la pubblica in prima pagina di spalla, con firma in grassetto e foto lusinghiera, senza commento. “Repubblica” non se ne dà pace. Vittorio Feltri ci fa l'apertura con commento del suo “Libero”. Si elaborano ipotesi. Del tipo: perché, dopo avere confidato per anni con “Repubblica”, nemica dichiarata di Suo Marito, ora la Signora confidi con Rcs, nemico occulto. E altre sottili variazioni. Si dovrebbe arguire che il filone della Medea di Macherio, o più propriamente della Donna Lombarda della romanza, sia popolare. Ma forse questo spiega perché i giornali perdano così tante copie: la storia vera è quella della moglie di un Berlusconi che vuole la perdita del marito dacché il marito ha deciso di non vendere a Murdoch, costituendo una bella rendita ai tre figli della stessa moglie, e anzi ha introdotto i figli in azienda, ma della prima moglie, tutto il tragico è solo avidità.
In “La mostra delle atrocità”, il durissimo libro sulla modernità scritto negli anni Sessanta che molti considerano un capolavoro, Ballard fa il caso del potere sessuale – “pornografico” – dell’esposizione dell'orrendo: incidenti mortali, bombe atomiche, il napalm, l’assassinio politico, e da ultimo, nell’aggiornamento di vent’anni fa, la chirurgia estetica. Temi come “Il lifting della principessa Margaret” e “La plastica mammaria riduttiva di Mae West”. Delle truculente relazioni tecniche che accompagnano gli interventi - anche per sfuggire alle inevitabili cause per risarcimento danni.- Ballard spiega in nota come diventino "fascinazione" se il paziente è celebre. Per le celebrità i dettagli più aridi o lutulenti della loro vita privata, o anche i più ordinari, “sembrano collocarsi dietro la porta di un bagno già aperta, che il nostro immaginario può spalancare quando vuole”. Forse è questo il fascino malinconico dell’arida (avvocatesca) vicenda di Macherio, quello della donne in vetrina.
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