Non è lo scandalo di D’Alema, è un affare milanese, come già nel 1994, tra il “Corriere della sera” e Berlusconi, e contro ogni possibilità di essere governati. Ma a questo punto uno dei due titani che ci affliggono dovrà pure uscire di scena, Berlusconi o l’informato dei fatti D’Alema, in questa vicenda di squillo pagate per non trombare. E per parlare quattro giorni prima del ballottaggio dell’incredibile Emiliano – che è un magistrato, e uno si chiede come può.
Una vicenda sordida, all’altezza di Milano. Ma non tutto il male viene per nuocere, eccetera. Berlusconi ha amicizie equivoche. D’Alema pure. Ma ha amicizie più capaci, e più abili nell’armare le trappole – Berlusconi sarà un fascista, ma non ha mai fatto le scarpe a nessuno, in questo è proprio come il suo maestro Craxi, che anche lui si riteneva al di sopra della mischia. C’è però una seconda ipotesi. Lunedì l’incredibile Emiliano sarà di nuovo sindaco, per la disgrazia di Bari, e nessuno chiederà conto al suo protettore della trappola squillo. Il procuratore democratico anti Berlusconi scoprirà poco alla volta, con indiscrezioni, perplessità, distinguo, eccetera, che le puttane non sono molto affidabili, anche se di Bari. Quella che si è esposta con filmati, interviste e registrazioni avrà un incidente stradale, oppure verrà affidata ai servizi d’igiene mentale – la strada è già aperta su “Repubblica”. Berlusconi resterà al suo posto, ormai ha la faccia di bronzo che gli serve. E D’Alema pure. L’Italia non è del resto il paese in cui nulla si crea e nulla si distrugge?
Tutto questo perché il disegno di D’Alema è più modesto, per ora: prendersi il partito Democratico. Anche se un partito Democratico di puttane non è il massimo. E gli tocca prenderlo d’assalto, dopo averlo guardato a lungo con sufficienza (e qui e là minato), poiché là dentro ha troppi nemici, anche con più pelo sullo stomaco di Berlusconi, che già affilano le lame e digrignano i denti. La conferma di Emiliano è un punto. La conquista del “Corriere” un altro, che ripete i fasti dell’avviso di reato del 1994. Ora ci sarà da conquistare “Repubblica” – più difficile. Da ricompattare i Ds, dopo la sberla di Firenze a opera del ragazzetto Renzi, e senza più assessorati. Da rafforzarli con le sinistre vaghe, non potendo più disporre dei voti cattolici. Non sarà facile, anche perché i compagni sono voraci. L’ultimo loro successo è ormai di qualche anno fa, seppure non da poco, l’elezione di Napolitano al Quirinale, di cui D’Alema è stato il principe elettore, unico e accorto. Un’impresa di tutto rispetto, insomma. Se non fosse solo l’ultima, berlingueriana, operazione senz’anima, di puro potere.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento