Si può dire Michael Jackson stroncato da quattro anni di processi per pedofilia, dalla quale invece era indenne – e la pubblica accusa lo sapeva. Vittima di un processo barbarico che si vuole giustizia. Per mano di Pubblici accusatori a caccia di visibilità per la loro carriera politica, di avvocati a caccia di parcelle, e del giornalismo scandalistico senza scrupoli. Su denunzia del primo che passa, sia pure folle o ricattatore, o anche anonima. E senza alcun atto istruttoria per acclarare le accuse, e anzi manipolando gli atti istruttori per creare un’imputazionee tenerla il più a lungo possibile in vita.
Ecco dove l’Italia ha preso i suoi barbarici processi a ruota libera e irresponsabile via stampa, scoprendo l’America – fatto per molti italiani recente, dopo la caduta del Muro. Senza nemmeno il limite di non poter filmare il tribunale. Con una qualità speciale, bisogna dire, dei Procuratori. Che sono giudici e non politici in carriera, e sono quindi tenuti ad accertare la verità anche per gli accusati. Che non sono tirati per la giacca da avvocati assatanati, e anzi se li trovano per lo più schierati contro l’imbarbarimento. E non hanno in Italia i giornali e la tv spazzatura, che gonfiano gli scandali. O sì?
P.S. (nd.r.) - Adriano Celentano ha scritto il 28 giugno nel suo ricordo di Jackson sul "Corriere della sera": "Ma il vero assassino è davanti a noi, è lì che ci guarda, lo incontriamo tutti i giorni quando andiamo a comprare il giornale o quando guardiamo la televisione. Si può dire che l’assassino ce l’abbiamo in casa, gli diamo da mangiare, da dormire, però non facciamo niente per educarlo a non uccidere. Facciamo finta di non vederlo e ci guardiamo bene dall’incazzarci se la notizia che esce dal piccolo schermo sulla piena assoluzione di Michael Jackson non ha lo stesso risalto di quando invece, per anni, lo hanno infamato accusandolo di molestie sessuali. Per dieci anni i «criminalmedia» lo hanno massacrato nonostante lui si dichiarasse innocente e nonostante nessuna prova sia mai emersa. Lo hanno distrutto, devastato, piegato in due. E quando finalmente avevano l’opportunità di farlo rialzare per il giusto riscatto di fronte al mondo, i media cos’hanno fatto? Gli hanno dato l’ultimo colpo di grazia: hanno detto «Michael Jackson è stato assolto». Ma lo hanno detto talmente a bassa voce che la pugnalata infertagli dai media stavolta è stata fatale".
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento