René Brabazon Raymond fu autore di parodie – lo scrittore che è lettore, autore di libri sui libri. Esercizio godibile e in grande pregio a Parigi (e infatti “Hadley Chase”, un inglese che scriveva dell’America, si riteneva uno scrittore parigino), ma in America gli valse più cause per plagio, di cui una persa malamente contro James Cain per un remake. Un autore centrale dunque per la storia del plagio, possibile solo in America, paese della proprietà, dove gli avvocati peraltro non costano, quelli che si pagano a percentuale. Ma di poca virtù per gli amanti del pastiche.
Questo “Eva”, che è il romanzo di nulla, è nulla. È la storia di uno che s’innamora di una puttana. Non è un giallo, ed è poco nero. Ma è un capolavoro di come si scrivono male i gialli, sciatti, inverosimili. In un’America rituale, senza corpo. Con battute del tipo: “Doveva essere sul lato sbagliato dei quaranta”. In questa America inventata ci sono molte donne di servizio, che invece in America non c’erano, solo le mamies al Sud. E uno che inciampa “viene giù come un cornicione dell’Empire State Building”: ma l'Ebs ha cornicioni?
James Hadley Chase, Eva
mercoledì 17 giugno 2009
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