Una puttana di Bari che mette nel sacco il “Corriere della sera” e Berlusconi è una bella rivincita del Sud, questo sito ha commentato a caldo. Ma poi è sempre una guerra di milanesi, che sempre rompono i coglioni. Come già nel 1994, è sempre il “Corriere della sera” contro Berlusconi, Milano contro Milano - o, con più certezza, anche se indimostrabile, contro l referendum e la possibilità per gli italiani di votare utile, di farsi governare. Allora con uno scandalo falso – un falso avviso di garanzia redatto e pubblicato per costringere Berlusconi alle dimissioni. Una cosa schifosa. Oggi la mitomane barese ha indubbiamente delle attrattive. Anche se le foto del calendario, già cinque anni fa, la mostrano smandrappata. È comunque furba, che si fa ritrarre a ogni incrocio dove passa Berlusconi, arricchendo se non altro il fotografo. Ma il disgusto che solleva questo derby è lo stesso: una prostituta non fa scandalo, né lo ha fatto per i tanti mesi in cui aveva deciso d’inguaiare la giunta pugliese di Nichi Vendola. Lo fa quando il “Corriere della sera” le offre una bella pagina. Senza dire che mestiere fa, e per che cosa è nota a Bari, con una fotina anzi angelica.
Milano non la finisce di massacrare l’Italia. Che ha bisogno di essere governata. Fosse pure da un milanese di merda. Sono venti anni ormai, dalla scoperta di Sofri assassino, che Milano impesta l’Italia. Non un solo giorno la politica respira, che è l’essenza della democrazia. Una città golpista. Che non ha mai chiesto scusa né ha dato spiegazioni del falso avviso di garanzia del 1994. Che tutti ha messo dentro, eccetto i ricchi milanesi. Anche quelli riconosciuti ladri, concussori, ricattatori, evasori miliardari, profittatori. I proprietari e gi amministratori del “Corriere della sera”, per esempio. Milano ci godrà, e ci guadagnerà, ma fino a quando? Tutto vi è lecito, anche solo per interessi di bottega (vendere una copia in più, comprare a gratis un’altra banchetta), ma questo non è più tollerabile.
Dei terroristi e dei preti
Terroristi d’ogni bordo, giudici, generali, giornalisti, affaristi, fresconi e leghisti hanno praticamente dissolto quel poco che restava d’Italia. Con le veline, le letterine, i reality, la tv d’intrattenimento, e ogni altra porcheria atta a turbare le vergini nelle famiglie. A ogni grido di dolore dell’opinione pubblica, sempre rispettosa, col voto, coi sondaggi, la Milano non tanto segreta reagisce con fendenti e veleni. Milano è potente, e bisogna piegarsi, ma si può e si deve anche mandargliele, il troppo è troppo. Quando si farà la storia di questi venti anni si troverà un gran tanfo di cadaveri che Milano ammucchia, è difficile sopravvivere.
Tanto più che questo “Corriere” è da tempo la Milano dei preti, dell’arcipotente Bazoli e del suo braccio destro il cardinale, più che del Clubino dei puri di cuore interisti, ladri di Borsa, evasori, e filantropi. Tutto questo è non solo antidemocratico, è anche poco caritatevole e poco cristiano: i cittadini non vogliono essere privati del voto, non hanno altro. E pretastico, anche se non al modo della Democrazia Cristiana, la quale non rifuggì da nessuna turpitudine, assassinio compreso, non figurato. Lo è per l’ipocrisia e il collo torto: creato lo scandalo, oggi come nel 1994, si finge solidarietà con l’accusato, “finché le accuse non saranno provate”, come no. Ed è solo ambrosiano, la chiesa a Roma da trent’anni, da quando è finito Paolo VI, il papa milanese, vuole bene agli italiani e li protegge. I preti di Milano invece ci vogliono governare loro: del referendum non si deve parlare, anche a costo di coprirlo con foto scosciate e medaglioni di puttane. E hanno abbindolato questo papa che poco ci capisce, che volando domenica da padre Pio si porterà dietro tutta la Rai.
Milanesi, chiavate!
Noi tutti siamo contro le puttane in politica. Questi eminentissimi signori, evidentemente, no. Anche questo, diranno, è nella tradizione romana, sempre a Roma le cortigiane sostituirono la politica, e con quella cosa lì. E invece no: facevano magari figli ai papi e ai cardinali, ma sempre nel truogolo. Milanesi, chiavate! Fate come i papi, e lasciateci lavorare.
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