La lettura dei pettegolezzi su Berlusconi, seppure sapida, è singolarmente ininteressante. Perché è già nota la conclusione? Sua moglie, che non gliela dà da anni, dopo aver distrutto i figli, ne distruggerà il regno e lo lascerà disfatto. È il canovaccio di Medea, l’odio delle donne per gli uomini - basta vedere lo starzio cui Margherita, la figlia prediletta di Gianni Agnelli, sottopone la figura del padre e il patrimonio di famiglia. Ma è storia anche molto milanese: il tipo Medea furoreggia tra le ricche milanesi o quelle che vogliono diventarlo, loro la usano solo per quello. Il canovaccio della "Donna lombarda", la romanza più popolare, che a un certo punto si deve liberare del marito. Nulla di avventuroso, insomma, tutta roba che sapevamo: non ci sono amanti celebri a Milano, donne o uomini, storiacce di passione, solo rancori e patrimoni - la moglie di Berlusconi ha chiuso le porte quanto il marito non ha vendto tutto a Murdoch per costituire una rendita ai tre figli di lei, e anzi ha introdotto in azienda i deu figli della prima moglie.
Le milanesi si capiscono al confronto con le ricche americane. Le quali si sposano per il patrimonio (i patti patrimoniali sono l’essenza dei loro matrimoni), pure loro, ma si sposano anche per sollazzarsi. E quando non ne possono più del primo marito ne sposano un secondo, un terzo, un quarto. Curano gli interessi, ma si divertono. Le ricche milanesi no, loro si sorprenderebbero molto di essere la "donna lombarda" della romanza, ma ugualmente non si divertono: dalla contessa Bellentani alla Gucci, e alle tante mogli che non seguono i mariti politici a Roma. Con la scusa magari che Roma è ladrona, mentre invece la temono, non sanno uscire fuori dal tinello di Gadda, nemmeno mettere due parole in fila. Per cui questa Italia ormai da un ventennio politicamente tutta milanese è fonte di molte tragedie, mentre prima non prendeva le storie di letto sul serio – da questo punto di vista sarebbe giusto che si prendessero anche la capitale: tutti a Milano.
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