Il giorno in cui Napolitano lamenta l'uso improprio delle intercettazioni, il giudice di Bari Scelsi fa avere all'"Espresso", contro ogni obbligo di riservatezza, le intercettazioni della D'Addario in casa di Berlusconi. Scelsi è D'Alema. E D'Alema è Napolitano. E allora? E' un jeu de dupes, di furbetti del quartierino?
Per il resto è tutto poco serio, e anzi inverosimile, se non succedesse. C'è la crisi, l'Italia è in paio di guerre, ma una puttana tiene banco, mette in crisi la destra, la sinistra, e il presidente della Repubblica. Si pubblicano verbali sigillati, con tanto di firme sulla busta dei presenti alla verbalizzazione, il gudice Scelsi e gli ufficiali della Guarda di Finanza. Senza che nessuno dei firmatari osi dire: non sono stato io. E' una Repubblica di ricattati? Di ricattabili? Di ricattatori? E può un giudice essere un ricattatore?
Da quello che si legge sul sito dell'"Espresso" non c'è nemmeno nulla di eccezionale (lubrico, puttanesco) nelle trascrizioni. L'eccitazione viene solo dallo schiaffo a Napolitano, dalla violleazione esibita, impunita, del codice penale esistente, art. 615 bis. Da parte di un giudice. Suo compagno di partito. Il giorno dopo Napolitano lo passa con "gli chef del G 8", una presa in giro del G 8 appena concluso. E' il muoia sansone con tutti i filistei di un partito che non ha smesso il tanto peggio tanto meglio?
Non era sembrato vero all'ex Pci di Ochetto di saltare in groppa ai golpisti di Mani Pulite e cancellare la politica dall'Italia. L'ex Pci di Napolitano e D'Alema sancirà la fine di quello che resta della Repubblica?
martedì 21 luglio 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento