domenica 12 luglio 2009

Secondi pensieri (28)

zeulig

Abbondanza - Cambia il senso della giustizia, che non è più uguaglianza. Né si può dire innecessaria: l'abbondanza è più sostanziale per la giustizia della uguaglianza. La stessa uguaglianza - o redistribuzione - non si può fare che nell'abbondanza.

Amore - È una forma di resistenza, anch'essa, alla perversione della natura. È una superiore forma di raziocinio, contro le derive mentali,.di un assuirdo egotismo, o degli istinti.

Non dura cinque anni, L'ottanta per cento dei prigionieri rimpatriati nelò 1945, nota Camus, erano attesi da un divorzio.

Anarchia - È dei ricchi? Alcuni bisogni sono ineliminabuili, e dunque vanno pagati.

Arte - È la forma, che altro? Dà forma a materiali inerti, a cose che in sé non ne hanno.
Anche l'esistenza è forma: prende vita - contorni, identità - con la forma, del pensiero, dell'arte, dell'etica.

Bugia - Diventa inafferrabille se il suo autore ne è anche regista (Epimenide, Amleto), non nel caso del bugiado semplice attore (Pinocchio). Per questo sono inestricabili gli intrighi montati dalla polizia.
Però sono manifesti.
Una lieve "pesa " più di una pesante: una commissione inventata per passare un'ora in chiacchiere con un amico più di una inventata per mascherare un appuntamento galante. Il fatto pesante giustifica la bugia - è una forma di difesa. Altrimenti essa è effettivamente bugiarda.

Diavolo - Diventa quanto di meglio l'uomo abbia saputo escogitare se la verità è quella dei mistici, l'abbandono in Dio. Un buon diavolo sarebbe Platone.

Dio - Se ne parla troppo ora che non se ne parla. La perdita del divino viene con le chiacchiere: Dio muore per l'incapacità di immaginarselo (crearselo), è una forma della sterilità.

Prima dell'uomo non c'era.

È la sola garanzia della libertà. Della virtù, cioè: chi ha fatto senza, non è approdato a nulla.

Non può che avere una visione astratta della vita e del mondo. Per una questione di ottica (punti di vista), dovendo abbracciare tanti miliardi di galassie.

Con i popoli del Libro deve continuamente giistificarsi: dare energia ai progetti, e pezze d'appoggio ai teologi, rabbini, mullah, e a ogni altro con le tavole del divino. Dappertutto Dio ha vita grama, appropriato dai sacerdoti, che ne fanno commercio, ma con i popoli del Libro è guerra cronica. Ora lo sfidano atei, ora agnostici, ora mistici, e sempre lo sezionano con l'esegesi. Perfino al diavolo lo apparentano, il nichilismo, l'edonismo, l'irenismo., la violencia, l'ascesi, e la teologia negativa. Gente senza pace che tuttavia accunmula. Più di chiunque altro: le origini del capitalismo sono nel Libro e nei popoli del Libro. Non in quanto cristiani (Max Weber) o ebrei (Sombart), ma in quanto contestatori di Dio.

Con gli attrbuti catechistici dev'essere uno che si annoia a morte. Sarà per questo che è un collerico. Riprovare tutte le dita nel naso dev'essere anche faticoso.

La chiave se la dà da sé, se creò l'uomo a propria immagine e somiglianza - a meno che non fosse solo per la veduta. "Nemo bonus" dirà sant'Agostino, non contradetto.

Le preghiere non l'offendono? Un Dio che si fa pregare... Si faceva con gli dei, perché la preghiera era un'offerta, comoda per i loro sacerdoti. Forse Dio ha bisogno di sentirsi meno solo?

Le prove dell'impossibilità di dimostrarne l'esistenza (Kant, Schopenhauer) sono le prove dell'inutilità della filosofia. Della filosofia post-tomista, speculare a quell'altra inutilità che è la teologia - Dio essere? delimitato, misurato, magari antropomorfo, e anzi con la barba... Che c'entra la filosofia con Dio, se non è essa stessa Dio?

Avrà pure creato il mondo, ma l’ha lasciato abbandonato a se stesso. Questo sarà blasfemo, ma è teologia. Dio non è il signore della storia, cassata è l’innocenza. Le nascite, le morti, il bene, il male, questi ghirigori non appartengono a Dio. La salvezza nella storia è l’ateismo degli ebrei, che pretendono di accrescere Dio con l’umanità, l’eternità con il tempo. E familiari di Dio lo irridono a volte, come ogni vecchio.

Dio s’è ristretto, lo diceva già Isacco Luria nella sua cabala: per lo zimzum, moto entropico, Dio si mette sempre più da parte, lasciando il posto al vuoto, al niente, e all’umanità. Lo spiega, contrito, Levinas: "I diritti dell’uomo costituiscono una congiunzione con l’idea di Dio". Consolidando l’ateismo: "È compito dell’uomo salvare l’uomo: la modalità divina di riparare la miseria consiste nel non fare intervenire Dio. La vera correlazione fra l’uomo e Dio dipende da una relazione fra l’uomo e l’uomo, in cui l’uomo assume la piena responsabilità, come se non ci fosse un Dio su cui contare".
D’altronde, qual è il rapporto di causa ed effetto nella prima guerra mondiale? E nella seconda? E in tutte le guerre? La storia non porta a Dio direttamente. Direttamente ce ne allontana. Il Regno di Dio è trascendente. La storia manterrà fino alla fine dei tempi la sua ambiguità e il mistero.
Si può anche dire che il nulla è Dio per la cabala - e non solo, tutto si annulla all’origine della vita, ma soprattutto per la cabala. Lo spiega Scholem, senza malizia: "La pienezza d’essere del Dio nascosto, trascendente rispetto a ogni conoscenza, nel-l’atto originario dell’e". manazione, diventa nulla". Cioè: "I cabalisti sarebbero riusciti meglio come fenomenologi".

Don Giovanni - Si distrae dalla morte. E' un metafisico che si tiene occupato.

Nichilismo - Non crede a Dio, ma al diavolo sì.

Se l'umanità è nichilista - l'agente del nichilismo - certo c'è un diavolo. Oppure un Dio.

E' un idealismo - ne è il rovesciamento: una proiezione immaginaria. Non tiene da nessuna parte, la nascita, la morte, l'accoppiamento, o il campo libero dell fantasia - la chimera è una realtà - e della socialità.

E' maleducato, un rutto: è ributtare sul mondo la sazietà. Non c'è povertà nichilista.

Nichilismo vero è quello della devozione, l'abbandono in Dio. Senza opere ma anche senza la fede, che è incessante. Non le bestemmiole di Nietzsche, o dei manieratissimi epigoni - rifiuto di rifiuto dei presupposti hegeliani, la ragione della rivoluzione borghese (c'è ancora passione, se non altro per la contraddizione).

Pudore - Non è più una virtù, e non fa i santi. I santi un tempo si nascondevano, nelle grotte, nel deserto, alcuni andavano perfino in letargo, per sette o settant'anni. Oggi verrebbero dimenticati, col giornale del giorno dopo.

Tempo - E' senza capo né coda, quindi non è. La stessa storia, madre-figlia del tempo, ha problemi a definirsi di un tempo preciso.
E' questo il senso della vita - o della morte: in realtà non si muore, si è dentro il tempo. Anche prosaica,ente: si è sempre affaccendati, anche nell'ozio. Ma questo annulla il tempo. Lo dilata, lo accorcia.

zeulig@antiit.eu

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