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Donna - È il desiderio dell'uomo. Per questo può atteggiarsi. Sarebbe altrimenti un ammasso di carne, come ogni altro meno concupito.
La cosa non è senza profondità – benché al di là del povero Freud, e del potere del maschio: per il maschio stesso, per la donna naturalmente, e per il genere umano. Giacché il giorno in cui non ci fosse più desiderio, giorno oggi configurabile, l'umanità si fermerebbe. In tre mosse. Dapprima si riduce la fertilità e la procreazione: uomini e donne, singolarmente, separatamente, acquisiscono figli da centri specializzati, con tasso di riproduzione che per essere artificiale e tendente allo zero è una festa solo per la regolazione delle nascite. Quindi, nel quadro della freudiana autorealizzazione, la stessa filiazione, benché limitata e artificiale, perde ogni richiamo e anzi è ostile. Infine, si arriverà a una riproduzione forzata per il mercato o benessere: per il lavoro, la crescita economica, e la pensione. Già oggi la merce umana è molto apprezzata nei mercati clandestini, e non per la prostituzione o il traffico di organi ma proprio in quanto produttiva di reddito attraverso il lavoro (cinesi e asiatici in genere).
Ma allora sarà una nuova storia. La fine propriamente della storia, anche – l'attesa fine della storia, eccola qua.
Il femminismo non ha liberato, ha cancellato. La donna non ha migliorato la condizone reale-legale, professionale, se non di quel tanto che era nello spirito dei tempi, mentre ha perduto le connotazioni ideali-reali. Le ha perduta volontariamente, e questo è il peggiore arretramento, semplificatore, vendicativo...
La differenza sostanziale introdotta dal femminismo è una diversa percezione del rapporto uomo-donna.tra l'uomo e la donna. L'uomo vede la donna come un oggetto, sessuale, estetico, affettivo, riproduttivo. La donna vede l'uomo impersonalmente, in una sorta di metafisica, un incontro di destini, tanto più arduo quanto più distinto. Le donne stavano in un empireo. Questo ne faceva la preziosità (differenza). E fa catastrofica la discesa.
L'eterno femminino è la procreazione. Questo fatto materiale, di dolore e sangue, è la creazione. La fecondità è di natura superiore.
Essere - Prende le forme dell'ente, dell'eterno, o del nulla, tutte egualmente impossibili, nei fatti e nella logica, perché riflette la morte, la paura della morte - l'essere-per-la-morte. In sé sarebbe un'indagine sulle forme della voita, sul suo coagularsi, cristallizzarsi, dissolversi - non in laboratorio, naturalmente.
Ciò non confligge con la religione, la poesia, la legge, e ogni altra maniera di conoscere e d'essere dettata dalla passione. Non sraduica la passione - la paura, la collera: la riorienta. La passione ha assunto - per un movimento iniziale inconsulto? - un certo indirizzo, su cui la storia si è depositata per accumulo, proponendosi quindi come verità. Naturalmente insoddisfacente. Non è facile sottrarsi alla piramide. ma uscire dalla paura è un primo passo in sé gratificante.
Estremismo - Si acompagna all'indifferenza, etica, estetica, erotica. E' fisiologicamente uno stato inerte, un automatismo. La passione si accompagna alla riflessione: è amore di libertà, in politica e nella vita di relazione.
Estremismo >< Progressismo (libertà)
X
Passione >< Indifferenza (estremismo, sesso)
Eternita - È nel presente.
Nel presente è l'immortalità. Compresa la storia, se vuol'essere immortale. Compreso il futuro, se mai esiste(rà).
Etimologia - Non porta un nessun luogo, se non ad altre etimologie. Come le genealogie, è autoreferente.
Figli - Sono la trasposizione dell'inconsistenza dell'essere nella realtà dell'essere. Non una proiezione, non un rapporto di possesso, ma una realtà, distinta e insieme unita. La certificazione di un'esistenza pluralista - di un'esistenza.
Filosofia - Si può dire la vita una meteora di cui la filosofia non trova le coordinate. È dunque gestualità, un mimo senza soggetto.
Non è una forma di conoscenza. Senza residui si è rintanata nel nominalismo, fra etimologie e genealogie, in un'espoca che annovera guerre mondiali, e totali, olocausti, bombe atomiche, guerre endemiche. Con l' "esistenzialisno" di Heidegger rifiuta del resto il mondo, le tecniche, il governo, e la stessa storia. Ma è il detto che conta, o il dire? E a che fine ricostituire il detto?
Sotto sotto, sempre la filosofia ha rifiutato il mondo. Per una forma surrettizia del dire. Con la mancanza sempre di coraggio, di presenza, di responsabilità (o di libertinismo), e la propensione a dissimulare. Da qui la filosofia che insegna ai greci cosa hanno voluito dire. Ermeneutica come imboscamento.
Storia - Col senno di poi non si fanno errori. Ma neanche la storia esisterebbe.
Se ne è scritta più sul rock-and-roll, da Elvis in poi, che sulla rivoluzione francese. E dunque è inesauribile.
Tempo - Ritorna con la storia. In questo modo l'eternità si realizza, nel tempo.
Verità - Anche quella dei filosofi in definitiva è letteratura. Tra approssimazioni, insufficienze, oscurità, errori, da Platone a sant'Agostino e a San Tommaso, a Kant, Adam Smith, Kierkegaard, Nietzsche e, una volta padroni della chiave, Heidegger, la verità si rivela la qualità della scrittura.
È buona dea, generosa, una sola cosa rifiutando ai suoi adoratori, la certezza.
Si allarga sempre, più si precisa e più si scava, necessitando nuove ricerche. Il desiderio di verità è in realtà un desiderio di ricerca ("l'evoluzione della scienza dissolve sempre più il mito nell'ignoto" è uno dei "Frammenti postumi" di Nietzsche). E in questo si ricompatta: la verità non deprime proprio per essere imprendible.È l'avventura, la deduzion e da ciò che è di ciò che non è.
Vita - Scorre in fretta, ma più che altro è sprecata, tra ozi, rinvii, e depressioni.
Nasce dall'inanimato. Deserta è la natura, la vita vi si forma per reazioni minime. L'uomo rappresenta un salto radicale e un principio opposto alla catena della natura. Non c'è qui di salto diabolico nell'evoluzione dell'agire umano, per la transgenerazione, la clonazione eccetera: ci sono percorsi ciechi e anche distruttivi (razzismo, bomba, totalitarismo), ma è tutto l'agire umano (l'essenza dell'agire umano) che è anti-natura. Se c'è evoluzione, è di due specie.
zeulig@antiit.eu
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