martedì 14 luglio 2009

Si scrive Tarantini, si legge Matarrese

C'è una sorta di nemesi, nella sfortuna barese di Berlusconi: della vecchia Dc che infine, dopo avergli teso la posta per quindici anni, è riuscita ad arpionarlo con un ariete cui non avrebbe mai pensato, una puttana non più giovane. A D'Alema non è sembrato vero di sfruttare l'insperata occasione (si scrive Scelsi ma si legge D'Alema). E ai vescovi italiani, vecchi mestatori, che il pontificato lassista del vecchio Ratzinger ha liberato dal morso severo di Giovanni Paolo II e di Ruini, e subito sono tornati alle usate pratiche, di sparigliare per meglio esercitare il potere di veto, sui rom, sui clandestini e ora sulla morale pubblica.
La D'Addario fa capo ai Tarantini. Ma i Tarantini, giovani rampanti, fanno capo politicamente all'ultima grande famiglia ex democristiana di Bari, i Matarrese. Vecchi Dc, che nella sfortuna, fuori dal calcio, impantanati negli affari con gli ecomostri di Punta Perotti, avevano cinque anni fa tentato il rilancio con D'Alema. Sostenendone il candidato sindaco, il giudice Emiliano, in cambio dell'impegno per la sanatoria dei famosi grattacieli residenziali che da Punta Perotti toglevano il mare a buon numero di baresi. D'Alema è stato di parola: l'architetto Piano sollecitamente redasse un progetto di sanatoria. Ma il suo nome non è bastato, e gli ecomostri sono stati demoliti.
Intanto Berlusconi aveva stravinto le elezioni politiche, con una maggioranza di legislatura, e i Matarrese si sono allineati, sperando in un rilancio. Che Antonio aveva già ottenuto alla Lega Calcio, col semplice patrocinio di Galliani (Berlusconi). Sembrava semplice, anche a Berlusconi, che se ne è fidato ciecamente, lui di solito circospetto, di loro e dei loro protetti Tarantini. Al punto che il nipote Matarrese delegato alla politica ha infilato le protette dei Tarantini, somma strafottenza, nella lista di famiglia a sostegno del candidato berlusconiano al Comune. Il resto è noto. Ma la scommessa è che, nel momento agognato da ogni Dc che si rispetti, di vedere l'usurpatore Berlusconi nella polvere, la dinastia dei fratelli Matarrese finisce con loro.
Chi paga Tarantini?
Non chiederemo a Berlusconi come fa ad andare a letto con una donna che ha a Bari una diecina di carichi pendenti. O ad averla in candidata in una delle sue innumerevoli liste, ora che il certificato di buona condota è richiesto anche per salire sul tram. Non si possono dare lezioni a un milanese, di furbizia poi. Resta però che il fatto che il fratello Tarantini intraprendente sperpera un paio di milioni, che non ha, tra Sardegna e Roma, solo per entrare a casa di Berlusconi. Chi gli ha dato tanti soldi? Il copione del complotto vorrebbe i servizi segreti, il giovanotto ha la soma e la lievità di spirito di altri personaggi usati in passato dalle spie, Pazienza, Carboni. Ma i servizi sono oggi Berlusconi. E dunque è Berlusconi che lo paga, magari per la droga, o per le ragazze? O sono i suoi nemici, organizzati in un servizio segreto parallelo, anche di questo c'è stata abbondanza in Italia. Potrebbe essere, i soldi non mancano, di Murdoch o di altri magnati nemici di Berlusconi. E Bari, non si sa, ma non è seconda a Palermo per “raggiramenti”, per infamia. Più di tutto però ama fare le cose in famiglia.

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