Brunetta si deve difendere sul “Corriere della sera” di avere usato le parolacce contro una certa sinistra. Lo fa con piacere, si vede, da piccolo Barthes della piccola semiologia quotidiana: bisogna urlare per poter dire “buongiorno”, cioè “eccomi qui”. Da tempo si sa che non ci sono più argomenti ma ingiurie e bestemmie, che non c’è più politica ma, al più, un teatrino, di belli guaglioni e belle veline, che non c’è più informazione ma gossip, eccetera: siamo nell’epoca dell’effimero. Ma si parla ugualmente di politica: a che fine?
Per non parlare di politica. Non c’è altra risposta: il mondo non s’è fermato perché i giornali solo fomentano scandali, a cui non credono. Il mondo va avanti tra scandalo e scandalo, e al di sotto di essi. Si diverte per un po’, se non si è tappate le orecchie, e poi procede, indisturbato. C’è la crisi, c’è la guerra, più di una, c’è l’influenza A, e non c’è più la sanità, che pure tanto costa. E tutto questo non è congruo: se i giornali e i politici-non-politici parlano di altro non è per caso, è che non vogliono che si parli di quello di cui il mondo parla. Brunetta, che sa cosa è la politica, ha semplicemente deciso di fare un diversivo.
Mettiamo che Brunetta abbia ragione, e che quello che ha detto sia vero. E che è stato anche bravo, perché è riuscito a farsene fare grancassa da tutti i giornali e da tutti i tg, benché, tutti, non gli siano favorevoli. Ma l’unico effetto che avrà ottenuto è l’assoluzione di certa sinistra da quel peccato – che ha finora pagato pesantemente in termini elettorali – o la sua derubricazione a peccato veniale. Degli eroici furori, dunque, per nulla? No, per tenere lontana la politica.
Il “Corriere” del resto lo dimostra, non è ambiguo: il mellifluo minuetto col ministro marchia con foto-estratti dall’“Observer” e “El Paìs”, che, dice, criticano l’Italia di Brunetta. Il giornale delle spie ha scoperto, spiega il “Corriere” con aria terribilista, che le donne italiane si stanno liberando, con foto di Anna Magnani. Il giornale spagnolo della speculazione profetizza, come ogni giorno, un futuro fosco, ma all’Italia e non alla Spagna – che, com’è noto, non ha disoccupati, e la libertà garantisce al telefono: basta una telefonata in Comune e si cambia sesso.
lunedì 21 settembre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento