Stava quasi passando l’anno senza una sorpresa di Berlusconi, l’uomo delle sorprese – D’Addario, francamente, è una porcata. E non poteva essere. Le querele finalmente portano un po’ di novità. Per quanto, quelle contro “Repubblica” e “l’Unità” sono scontate. Ci vorrebbe una bella querela contro l’“Avvenire” e i vescovi. Ma non bisogna lamentarsi: Berlusconi che ricorre ai giudici di “Repubblica” e “l’Unità” contro gli stessi giornali è una bella partita. È molto di più che Zenga contro Mourinho - uno che, come l’indimenticabile Bagnoli diceva di Maradona, può perdere solo facendosi autogol.
Intanto stiamo tutti a chiederci cosa vuole Berlusconi, che per lui non è male. Alcune cose però sono certe. Una è che non sarà Berlusconi a liberarci della peste dei dossier che ha annientato la sinistra e la Repubblica. Anzi, due, Berlusconi punta a tenere l’Italia avvinta alle sue capacità amatorie. Contro l’eunuchismo – un tempo si sarebbe detto gesuitismo – dei vescovi. Ci sarà da sorbirsi quindi, chissà pure in tribunale, la D’Addario a testimone, una che per l’età e la complessione bisogna essere veramente eretti per farsela, senza le iniezioni della Litizzetto nelle cavità. Ma ci saranno anche frotte di minorenni, che testimonieranno su “Novella” e su “Chi” quant’è bello Papi.
Ma, poi, non punterà Berlusconi, l’uomo delle tre punte, anche lui a un autogol? Sì, a imbordellire il tutto, novello Sansone che scuote le colonne, ma col preciso intento di far cadere tutte le altre se necessario eccetto la sua? Si veda intanto Fini, uno che pensava di fare il Solone e invece si è subito sentito punto e quasi sgonfiato. È una pista da seguire con attenzione. Magari Feltri, dopo Boffo, punterà su di lui - poiché non ci pensano la Litizzetto e gli altri comici.
Imporre l'agenda
Il fatto è - dovrebbe essere - ormai noto: Berlusconi impone l'agenda, sia pure triviale. Un fatto, un metodo politico, che è anche il segnale costante della incapacità dei suoi oppositori - della loro mpossibilità di essere, liberali e francescani, o berlingueriani. Ora la fa imporre pure da Feltri. Se è co l'acqua alla gola, si vede che ha polmoni fortissimi in apnea, poiché è lui che se la gode. Con Boffo e le ridicole cause sulla sua potenza sessuale ha colto due piccioni in una fava, per dirla come Gomez-Travaglio: spernacchia, dopo i magistrati, i giornalisti. Che sono, dopo i magistrati, la categoria più temuta e disprezzata - e non è possibile altrimenti, è il genere: mai nessuno scrittore di pettegolezzi è stato amato o apprezzato.
Si parlerà di libertà di stampa, di nuovo di fascismo, di morale, e di onore offeso dell'Italia. Facendone colpa a Berlusconi, ma suscitando anche la domanda: che altro può fare per difendersi, se non una causa in un tribunale? In particolare, Berlusconi mette in ridicolo i giornali-partito: "l'Unità", che è un giornale d'opinione ma pensa di essere sempre l'organo del potente partito Comunista, e "la Repubblica", che è un partito, anche se del 2 per cento, ma pensa di essere un giornale.
La pista nella fattispecie è questa: Berlusconi perderà le cause, fra dieci o venti anni, ma dimostrerà subito che i giornali querelati si basano su carte segrete dei peggiori servizi segreti, con le finte intercettazioni e i finti bocchini. Non subito, i Tribunali, benché civili, faranno di tutto per non far emergere quei dossier infetti. Ma non potranno tirarla in lungo indefinitamente: entro quattro anni, quando si voterà, i dossier dei giornali denunciati saranno chiariti, se non gli autori e i fruitori dei dossier. Se non lo fanno i tribunali lo farà Berlusconi, e avrà preso due piccioni con una fava, anche il piccione giudiziario.
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