Attacca la Rai il governo Berlusconi, e la attacca "il Giornale" di Berlusconi. Una cosa che più sfrontata non si può. E tuttavia, i sei milioni di ascoltatori di Santoro, l’oggetto dell’attacco, sono isolati. Come se gli altri diciotto milioni di spettatori fossero tutti contro di lui. Sono fascisti i diciotto milioni o i sei?
Santoro dal canto suo gongola: tra Berlusconi e Masi non potrebbe augurarsi nemici migliori.
L’Europa conta poco o niente nel G 20, come conta poco nell’economia globale, che si è fatta a sua insaputa, tra Usa e Cina – mentre ‘Europa si offendeva per Tienanmen, Clinton liberava il drago cinese. Quattro presenze, Germania, Gran Bretagna, Francia e Italia, cinque con la Commissione di Bruxelles, grandi di storia e prosopopea, e niente: le banche falliscono, si salvano, e si pagano lauti bonus senza che l’Europa possa dire bah!, l’euro conta meno dello yuan, e dello yen, le guerre si fanno a sua insaputa, tratta per l’Iran senza saperne nulla. Non è una novità. Ma "La Stampa" e il "Corriere" dicono che solo l’Italia non conta. Per dare ragione a Berlusconi, che lamenta il disfattismo?
Il gruppo L’Espresso avvia, con l’incrociatore leggero "Micromega", lo smantellamento di Di Pietro. Per ora sono tiri d’assaggio. Che non escludono, anzi implicano, una ricomposizione. Ma è uno dei due assi storici di Mani Pulite che si rompe, quello De Benedetti-Passera-Di Pietro.
È un aggiustamento in vista dell’unione nazionale? Certo, l’unione non si può fare senza Di Pietro: Berlusconi non si metterà mai da parte, se non morto.
Si continuano a nascondere le pattuglie dei vigili e della stradale, e gli autovelox, malgrado il decreto del ministro Bianchi che ne impone la visibilità. Non pattugliano le strade per ricordare la prudenza e dissuadere gli imprudenti, ma per fregare gli automobilisti, spesso anche i prudenti. Contro le legge. Una tendenza insopprimibile a essere sbirri: sarà italica? Da segnalare a Ciampi per le celebrazioni?
I comuni che installano autovelox, a guardare bene in giro per l’Italia, sono di sinistra. La sinistra è più lenta? Ha più bisogno di soldi? È legata ai (tre) fornitori di apparecchi, e del relativo servizio di telemetria?
Capita col giornale un supplemento, a pagamento, di pubblicità. Ce ne sono a giorni fissi, che quindi si possono evitare, e per caso. È il caso di "Style", un mensile del "Corriere della sera". Nonché pagarli, non si riesce nemmeno a evitare la curiosità di sfogliarli. Sono la pubblicità più sgradita, perché è scritta come se fosse un articolo, di giornalismo. Ma "Style" di ottobre ha di più: lo scrittore Scaraffia che dandineggia su un signor Perini e la Perini Navi. Che non si sa cosa sia, ma si fa fotografare premiato con i suoi tristi manager in Costa Smeralda, le solite targhe dallo stesso premiato pagate. E gli dà un premio all’eleganza. Eleganza?
Lunga cronaca di Gianluca Luzi su Berlusconi all’Assemblea dell’Onu a New York. In cui si parla soprattutto di quattro righe del "Wall Street Journal", contro Berlusconi e contro l’Italia in Afghanistan.
Lo spazio non manca, ma non basta all’inviato di "Repubblica" per dire che il "Wsj" è di Murdoch e obbedisce al padrone. Che è in guerra contro il digitale Mediaset.
Ma, certo, non è un golpe intellettuale, come Brunetta pretenderebbe. È piuttosto aria di dossier.
Si litiga nel Pd sulla Ru486, l’aborto fai da te. La senatrice Bianchi, capogruppo in commissione Sanità, lascia l’incarico. Commenta Ignazio Marino: "Dorina Bianchi è omai un problema oggettivo per il Partito Democratico".
Questo scienziato che non è scienziato, medico che non è medico, cattolico che non è cattolico, (ex) comunista che non è mai stato comunista, si scopre infine che cos’è: è uno stalinista (oggettivo era il Diamat staliniano, l’indimenticabile materialismo dialettico). È pure candidato a capo del Pd, o anche la candidatura è falsa?
"Striscia la notizia" presenta la stagione parodiando l’uso e abuso di dossier nei giornali. Feltri è fotomontato su Noemi Letizia, Ezio Mauro tra due ragazze. I parlamentari Zanda, Pd, e Donadi, Idv, criticano aspramente "la tv di Berlusconi" che "diffama" il direttore di "Repubblica" e presentano istantanee interrogazioni. Su (non) sollecitazione di Mauro, questo (non) è un golpe - che dice Brunetta? In fondo sono cose per ridere.
Da non trascurare: "El Paìs", anch’esso all’istante, denuncia la libertà di stampa defunta in Italia. Ora, "Striscia la notizia" la vendono anche in Spagna? Diavolo d’un Berlusconi….
È sempre lo stesso schema: Berlusconi fa di tutto per perdere, e niente, i suoi nemici lo fanno rivincere.
Sarkozy fa causa in Francia contro Villepin, che voleva incastrarlo per conto di Chirac e impedirgli la candidatura all’Eliseo – i tre sono dello stesso partito. I giornali del made in Italy spirituale sono per Sarkozy. Ma praticando essi stessi ogni giorno gli incastri di Villepin – che non per nulla sarà buon italianista. Anche se la ricetta francese, dossier, traducono in americano, gossip.
È il dossier Villepin di Sarkozy che tace il fatto che Sarkozy in quanto presidente è anche il capo in Francia dei magistrati, e quindi non dovrebbe fare causa?
Bernard Henri Lévy va col ministro francese della Guerra in Afghanistan, e lo trova pacificato. Non tutto, le zone controllate dai francesi. Che hanno avuto più morti degli italiani, con meno uomini impegnati, ma, certo, sono "meglio". Questo, uno, è quello che crede il "Corriere della sera", il giorno dopo i funerali dei militari italiani, morti si è ampiamente scritto per niente.
Due: si può immaginare Vattimo che va in Afghanistan, magari con Parisi che le truppe italiane ce le ha mandate invece che con La Russa, e dica che la pace è possibile?
A due settimane dalla loro partecipazione al lancio del "Fatto", i giudici di Palermo Ingroia e Scarpinato si giustificano col dott. Battista del "Corriere" dicendo che hanno presenziato per informarsi di che giornale si trattasse. Richiesti di collaborare, dicono, volevano vedere che giornale è.
Si può essere ipocriti, la legge non lo proibisce. Ma perché esserlo?
I due giudici si fanno vivi sul "Corriere" a due settimane dalla cronaca di Pierluigi Battista, il giorno dell’uscita del "Fatto". Non per cercare visibilità, per se stessi e per il "Fatto".
Si celebrano i funerali solenni dei morti in guerra, con una coreografia impressionante, con larga partecipazione e anche commozione. Muore anche la prima vittima italiana dell’influenza suina. Ma il cardinale Bagnasco convoca tutti i vescovi italiani e, con le tendine tirate, difende il "caso Boffo". Il caso Boffo?
Roba da preti, di cinquant’anni fa. Per Nassirya il predecessore di Bagnasco, Ruini, era stato il pacificatore degli italiani. Altro carattere forse. Ma altra concezione del sacerdozio: c’era Giovanni Paolo II e ai vescovi politicanti italiani aveva messo la museruola. A fin di bene, come si vede.
Il giudice libera dopo ventiquattro ore Tarantini, che la Procura aveva messo dentro per pericolo di fuga e inquinamento di prove. Dopo un anno, più o meno, che lo indaga, la Procura ha tentato di passare al "metodo Di Pietro": sbattere uno dentro buttando via le chiavi, secondo la terminologia del secondino, qualcosa dirà. Tarantini si è meravigliato, avendo finora collaborato. Ma, evidentemente, non ha detto il nome che la Procura di Bari si aspetta.
Insomma, nulla di nuovo. Ma D’Alema? È lui tutto questo, che sempre preannuncia nuovi scandali?
lunedì 28 settembre 2009
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