Con l’archivio generoso di “Repubblica” raccontiamo alcuni aspetti del ricchissimo 1989, venti anni fa, che i giornali, vuoti, non raccontano (unica eccezione domenica il supplemento culturale del “Sole 24 Ore”, che dedica ha agli avvenimenti due pagine): il comunismo sovietico che finisce nel disonore
3 settembre
BUDAPEST TRATTA IL PREZZO DEI PROFUGHI, di Fabio Barbieri
VIENNA – L’assalto dei ventimila a quel che resta della Cortina di ferro scatterà nel momento in cui il governo di Bonn avrà accettato le condizioni poste dalle autorità ungheresi. Condizioni economiche, esclusivamente: investimenti da finanziare, joint ventures, tecnologie, aiuti nel management. Nulla si sa di preciso sui contenuti della proposta magiara, ma negli ambienti della comunità internazionale di Vienna tutti giurano che le ragioni vere del ritardo di questa fuga annunciata sono le trattative in corso tra i due governi. Alle quali se ne aggiunge un’altra, non onerosa ma estremamente delicata, quella cioè legata alla quasi certa presenza di agenti della Germania Orientale tra i profughi in attesa di espatriare in occidente. L’Ungheria non vuole assumersi la responsabilità dei controlli per non rovinare ancor di più i rapporti con Berlino Est.
12 settembre
“L’INCUBO E DIETRO DI NOI” ESODO VERSO LA SPERANZA, di Fabio Barbieri
Decine di migliaia di profughi dalla mezzanotte di domenica entravano in Baviera. I maggiori leader occidentali plaudevano alla decisione ungherese di aprire ai profughi la Cortina di ferro. Si consumava la frattura tra Berlino Est e Budapest.
13 settembre
EMERGENZA ALL' EST RIUNITA LA NATO ROSSA
BERLINO EST - L' Est si spacca sui profughi fuggiti al di là della Cortina di ferro. Nel pieno della crisi diplomatica tra Ungheria e Repubblica democratica tedesca e mentre Egor Ligaciov piomba a Berlino Est condannando l' iniziativa magiara, il Patto di Varsavia ha convocato lunedì e martedì una riunione d' urgenza per processare l' operato di Budapest. La profonda spaccatura tra i due alleati del blocco comunista si approfondisce drammaticamente con l' improvvisa convocazione a Mosca dei paesi aderenti al Patto, riuniti in un Gruppo multilaterale sull' informazione reciproca, come recita il dispaccio della Tass che non specifica però nè i partecipanti nè il soggetto di discussione, limitandosi a parlare di affari internazionali urgenti. E' chiaro che al centro della riunione d' emergenza della Nato rossa c' è la decisione ungherese sull' apertura della propria frontiera alle decine di migliaia di profughi tedesco orientali, che dalla mezzanotte di domenica hanno iniziato ad attraversare il confine per entrare in Austria, e da lì poter raggiungere la Germania Ovest. Gli attacchi dei conservatori Mentre i paesi alleati si riunivano a Mosca, erano già state rese note le aspre dichiarazioni di Ligaciov all' Ungheria e i duri attacchi della televisione sovietica al governo di Budapest. Il leader dell' ala conservatrice del Pcus, membro del Politburo e della segreteria del partito, è giunto ieri a Berlino Est dove ha condannato l' allontanamento di cittadini della Repubblica democratica tedesca e accusato alcuni ambienti politici della Germania federale.
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