Il “Corriere della sera” rievoca oggi l’autunno del 1989 in Germania con due pagine . Un’intervista a Johanna Schall, in cui la regista, nipote di Brecht, ricorda l’infanzia e l’adolescenza felici di là del Muro, e depreca la nuova Germania: “La mia irritazione contro questa «nuova» Germania è molto forte”. Un articolo sull’improbabile imbarazzo tedesco su Arminio. Gian Antonio Stella che svergogna la Casta di Mosca. E una chiosa avulsa di Claudio Magris su una riga di Carl Schmitt, che (non) avendo letto Däubler, “Aurora Boreale”, lo dice meglio del miglior Verdi, o Hugo - una tirata di orecchi di un maestro germanista a un germanico.
Storia? Impudenza? Allegria!
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