venerdì 18 settembre 2009

Quando c'era la Cortina di ferro - 9

Con l’archivio generoso di “Repubblica” raccontiamo alcuni aspetti del ricchissimo 1989, venti anni fa, che i giornali, vuoti, non raccontano (unica eccezione domenica il supplemento culturale del “Sole 24 Ore”, che ha dedicato agli avvenimenti due pagine): il comunismo sovietico che finisce nel disonore.

5 novembre
IL PRIMO GIORNO DI FUGA AUTORIZZATA
BONN – “L’esodo non può essere la soluzione della questione tedesca. Noi vogliamo che i cittadini dell’Est possano vivere nella loro patria d’origine”. Nel corso di un intervento al congresso federale della Croce Rossa, il cancelliere Helmut Kohl ha riaffermato la volontà di Bonn di contribuire al miglioramento delle condizioni economiche nei paesi dell' Est. È stato questo il primo commento del governo tedesco-federale alla decisione del nuovo leader della Rdt Egon Krenz di aprire le frontiere e dare via libera ai profughi. Il fatto che i tedeschi dell' Est possano liberamente passare all’Ovest attraverso la Cecoslovacchia significa, come hanno affermato alcuni commentatori a Bonn, che praticamente, è come se non ci fosse più il Muro.

10 novembre
CHE ANNO QUELLO CHE SIAMO VIVENDO..., di Sandro Viola
A quali formidabili avvenimenti abbiamo infatti assistito negli ultimi mesi! In una trentina di settimane, una breccia dopo l’altra, gli assetti dell’Europa uscita dalla Seconda guerra mondiale sono in gran parte crollati. Già adesso l’Europa somiglia pochissimo, quasi niente, a quel che era stata in questo quarantennio: e presto sarà un’altra (altri equilibri politici, altre relazioni economiche, altri legami culturali), anche se per ora nessuno può dire esattamente come sarà. La terminologia che avevamo usato per decenni, l’ottica con cui guardavamo alla spaccatura del Continente sono già finiti nella soffitta della storia. Espressioni come cortina di ferro, paesi satellite, comunità socialista, Europa comunista e persino impero sovietico, hanno perso tutto o quasi il loro significato.
(fine)

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