Dopo dieci anni è come nuovo: le “Rappresentazioni del Sud prima e dopo il Quarantotto”, di cui al sottotitolo del libro, è come se fossero intonse. Forse perché si tratta di una vindicatio del Sud, agile ma molto documentata, per i cinque sesti del libro. Dopo una prefazione che riesce a sovvertire in poche pagine gli stereotipi, la “rappresentazione costruita” del Sud: “La Questione Meridionale è un discorso, una costruzione dell’immaginario” – altrove, Salvatore Cafiero ha potuto dire che il fascismo, bandendo la parola, Questione Meridionale, ne coglieva a suo modo il carattere costruito. Per una imagerie italiana e europea dapprima sorpresa poi corriva. Che servì l’unità d’Italia come si è realizzata: il feudo, il latifondo, l’assenza d’imprenditorialità, tare antropologiche (familismo, individualismo, faziosità, clientelismo) e perfino (Lombroso, Niceforo) razziali, devianze (emigrazione, rivolte, mafie). Fino alla folklorizzazione: briganti e brigantesse che si acconciavano e parlavano come i loro fotografi e intervistatori li acconciavano e li facevano parlare, per essere veramente briganteschi – questa fondamentale decostruzione la dobbiamo a John Dickie e Nelson Moe, uno studioso inglese e uno americano.
Marta Petrusewicz ha trovato tante Società attive nel regno di Napoli, tecniche e scientifiche. E tantissime pubblicazione, sociali e politiche, di livello anche decoroso e perfino eccellente. Scopre molti modernizzatori, specie in agricoltura, con tutte le novità, francesi, olandesi, tedesche. Ha un intero capitolo su “Il liberismo degli agrari meridionali”. E dà conto di molti investimenti pubblici, negli anni 1830 e 1840, per rimboschimenti, strade rotabili, strade ferrate, porti e canali. Un a storia rifà peraltro non clandestina, c’è nelle lezioni e la corrispondenza di De Sanctis, che ancora si legge. Ma dimenticata.
Il declino del Sud comincia nel 1848, con la reazione e l’esilio. Nulla che non si potesse comare dodici anni dopo. Se non che gli esuli a Torino inventarono la Questione Meridionale… - e l’unità, che però, certo, è un’altra storia, fu fatta in modo che ancora oggi non si riesce a raccontare.
Marta Petrusewicz, Come il Meridione divenne una Questione
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