L’asset di questa Fiat è Marchionne, e non è una scelta sua – era la scelta in origine di un tesoriere fidato, che avrebbe dovuto salvare la Famiglia, il dividendo. Sua, di John Elkann, è per ora la Juventus, e qui dimostra di non capirci nulla. Anche alla “Stampa”, di cui ha fatto un “Manifesto”, che per Torino, nel 2009, non è una grande idea. Ma con la squadra ha già infilato una serie di errori, che lasciano perplessi analisti e operatori sulla capacità di giudizio del padrone della Fiat. L’ultimo, nel riassetto che si appresta a varare, è l’affidamento di tutti i poteri al manager che finora ha sbagliato tutto: Blanc sa forse fare il bilancio, ma si è dimostrato incompetente in fatto di acquisti, cessioni, allenatori, fidelizzazione, immagine.
Completa le perplessità la richiesta di patteggiamento, cioè l'ammissione di colpa, in uno dei tanti processi alla Juventus accesi dal famoso maggiore napoletano Auricchio, quello per il falso in bilancio. Che non c'è stato e su cui i giudici comopetenti, questa volta di Torino, si apprestavano alla assoluzione. Tanta cattiveria si può anche attribuire alla guerra continua dei fratelli Elkann ai cugini Agnelli, i figli di Umberto. Ma, poi, si deve agli Elkann della squadra di clacio, che pure è un asset della famiglia: la guerra alla gestione Giraudo-Moggi che invogliò il maggiore, con la coda della richiesta di retrocessione in serie B. E la mancata protezione della società in quel covo di furbi grassatori che è la federazione, tra arbitri, procuratori federali, e presidenti falliti. Si deve agli uomini di John Elkann l’altalena degli allenatori e le assurde campagne cessioni e acquisti, che in tre anni hanno oscurato la sinistra fama dell’Inter di Moratti (sinistra perché associata a presunti accordi di questo o quel dirigente con i procuratori dei calciatori, per provvigioni in nero). E una società dove, con tanti dirigenti e fuzionari, nessuno va nemmeno in ufficio, se non altro per aprire la corrispondenza. Mentre il record degli infortuni viene aggiornato di stagione in stagione, senza che nessuno ne chieda contro a preparatori e staff medici.
Il ribaltamento operato quest’anno dall’Inter peraltro, con i solidi Branca e Mourinho, evidenzia l’incompetenza del nipote dell’Avvocato: con la cessione di un solo giocatore, Ibrahimovic, l’Inter si è comprati Milito, Thiago Motta, Lucio, Eto’o, Snejder, l’ossatura di una squadra mondiale. Ibrahimovic, che era della Juventus, e altri assets mondiali invece la Juventus di Ekann svendette in fretta nell’assurda pretesa di espiare. E da allora non ha comprato che brocchi, alcuni a prezzo da campioni. Disperdendo un patrimonio di tifo che avrebbe arricchito qualsiasi altra squadra, e ora è confuso o contrariato.
giovedì 8 ottobre 2009
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