sabato 17 ottobre 2009

La levità entra in letteratura

“Si prova un avangusto acido, quando si taglia un limone per mangiarselo”. C’è la prova dell’attesa, in questo piccolo capolavoro che più non si legge, forse per essere Xavier fratello di Joseph, il teorico cattolico della controrivoluzione negli anni 1790, neppure in questi tempi di pura reazione. È roba per un “modesto lettore”. Opera di un modesto autore, soldato, pittore, viaggiatore, suddito del Regno di Sardegna, unicamente noto per essere il fratello del polemista.
Un viaggio tra lo specchio, “quadro perfetto”, e il letto, che “è una culla, è il trono dell’Amore, è un sepolcro”, in quarantadue capitoletti quanti furono i giorni di arresti domiciliari che l’ufficialetto subì per un duello: “Avrei voluto inventare uno specchio morale, ma non si può”. Senza sorprese, a parte una Torino tripudiante, inimmaginabile seppure nel Carnevale. E la capacità di raccontare il nulla, tra le piccole cose e le grandi questioni - una insistente anticipazione, sulle tracce di Sterne, di Savinio e di tanti altri sguardi in superficie: il libricino ha introdotto la levità in letteratura - è questo che attrasse Paolina Leopardi, che lo tradusse (quasi) subito (bisogna rivalutare la sorella)?
Xavier De Maistre, Viaggio attorno alla mia camera

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