Un viaggio tra lo specchio, “quadro perfetto”, e il letto, che “è una culla, è il trono dell’Amore, è un sepolcro”, in quarantadue capitoletti quanti furono i giorni di arresti domiciliari che l’ufficialetto subì per un duello: “Avrei voluto inventare uno specchio morale, ma non si può”. Senza sorprese, a parte una Torino tripudiante, inimmaginabile seppure nel Carnevale. E la capacità di raccontare il nulla, tra le piccole cose e le grandi questioni - una insistente anticipazione, sulle tracce di Sterne, di Savinio e di tanti altri sguardi in superficie: il libricino ha introdotto la levità in letteratura - è questo che attrasse Paolina Leopardi, che lo tradusse (quasi) subito (bisogna rivalutare la sorella)?
Xavier De Maistre, Viaggio attorno alla mia camera
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