Che ne è del processo a Moggi a Napoli? Le udienze vengono rinviate di sei mesi in sei mesi, e la prescrizione è non più solo la speranza dei suoi avvocati, che comunque si pagheranno. Sembra essere anche l’attesa dei giudici, un collegio che è stato difficile da costituire e che si ritrova per le mani un processo inconsistente, con tutte le diecine di migliaia d’intercettazioni. E, chissà, forse della stessa Procura. Che da un paio d’anni ormai non aggiunge più carte né altri deflagrati segreti, non convoca giornalisti, non indica tracce.
Pubblicati i famosi verbali del colonnello Auricchio, con tutti gli articoli dei giornalisti interisti contro la Juventus, la Procura di Napoli sembra anzi presa da afasia. Nuovi elementi si sono manifestati che è difficile tenere fuori del processo, quali il costoso spionaggio dei nemici dell’Inter da parte di Telecom. E la morte non accidentale ma non indagata di Adamo Bove, un commissario di polizia e un onest’uomo, che pure aveva collaborato proficuamente con i giudici. Un processo penale è insidioso - solo a Milano si possono negare i testimoni e le prove a discarico.
Si tratta della procura anticamorra di Napoli, è bene ricordarlo. Che su altri terreni è stata ed è molto più prudente, quello “Gomorra” per intenderci, dove ancora insegue il libro di Saviano, o dei rifiuti.
sabato 10 ottobre 2009
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