sabato 14 novembre 2009

La Bellezza, celebrazione di un'assenza

Commemorando i cinquant’anni della morte di Clemente Rebora, una riflessione sulla bellezza è venuta più    ovvia alle conterranee Edizioni Rosminiane di Stresa. Mentre il volumetto di Matassi, Pedullà e Pratesi riproduce i testi di un Giardino dell’Estetica, un festival di filosofia organizzato a Vibo Valentia da Raffaele Gaetano. Nord e Sud dunque per una volta uniti. O non sarà questo il millennio della bellezza? Il giro di boa col vecchio millennio ne è certamente marcato: Gadamer, Santayana, Zecchi, Rella, Bodei vi si sono esercitati. Ma forse è più vero così: il Novecento che la Bellezza aveva cancellata, dall’estetica e dall’etica, ne ha tentato il recupero alla fine.
Una ricerca affannosa, attorno a un bene che sembra non trovarsi. A meno di non attenersi, come fa Eco, al postmoderno consumo di quanto abbiamo potuto godere nei secoli. Eco s’industria di fermare la storia (la “Storia della Bruttezza” confluisce in realtà in quella della Bellezza: è d’autore, non apre scenari diversi), e con la magistrale bonomia ci riesce: i suoi libri sono belli, almanacchi preziosi. Evitano anche i lati grigi della cosa, le ansie, il tempo che non c’è, le devastazioni, le morti, perché la bellezza – con la bruttezza bella – non solo vola alto, ma copre e cancella il resto.
Guardando fuori dalla fruizione estetica se ne trova invece poca. Almeno attenendosi al canone noto, di misura, simmetria, regolarità, ordine. Difficilmente oggi si troverebbero la politica e la legge belle, come le trovavano Aristotele, rispettivamente, e Platone. Fulco Pratesi non ne trova per esempio nell’ambiente, nella storia della Repubblica – dopo che per secoli invece la stessa Italia non repubblicana l’aveva specialmente coltivata proprio nell’ambiente, i prospetti, le piazze, i giardini eccetera. Vittorio Emiliani ha creato un Comitato per la bellezza, ma per facilitarne il recupero, il restauro. Savinio diceva la bellezza morta, e con essa quindi anche la bruttezza. Ma non è così: non ci sarà stato secolo più brutto del Novecento, scomposto, irsuto, sudato, nell’arte come nella storia - dalle quali aspettiamo di estrarre la bellezza..
Hegel, ricorda Elio Matassi, esclude la natura dalla bellezza già nell’introduzione alle “Lezioni di estetica”: la bellezza è solo umana. E l’assenza quindi di bellezza.
Bellezza, filosofia, poesia, Edizioni Rosminiane Sodalitas, pp. 192, € 16
Matassi, Pedullà, Pratesi, La Bellezza, Rubbettino, pp. 47, € 8
Umberto Eco, a cura di, Storia della Bellezza, Bompiani, pp.438, € 30
Umberto Eco, a cura di, Storia della Bruttezza, Bompiani, pp. 455, € 40

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