La baronessa Ashton alla politica estera e di difesa europea significa più che altro la sostituzione della Gran Bretagna all’Italia nella triade o direttorio Ue. Significa anche la nullità della politica estera e di difesa europea, ma sempre in consonanza con la politica britannica di indebolire l’Europa non potendola impedire. Ora dall’interno e non più dall’esterno, come ancora ai tempi della Thatcher.
È la novità introdotta da Blair e che ne ha fatto la fortuna politica: legare la Gran Bretagna all’Ue ma per legare la Ue all’attendismo britannico. Blair ha operato in questo senso con Chirac e con Berlusconi. Brown si è trovata accanto la Merkel, nei lunghi quindici mesi della crisi finanziaria, e grazie al cancelliere tedesco, che dell’Europa ha idea molto pallida, è riuscito a soppiantare l’Italia nel gruppo dei “decisori” europei: la nomina di lady Ashton è impressionante non tanto perché il cavallo è stato fatto senatore, ma per la rapidità della trasmutazione, e l’imposta unanimità. Favorita certo da Sarkozy, la cui idea d’Europa è molto tedesca, da business.
Manifestano adesso la loro vera natura gli attacchi violenti da Londra all’Italia in questi anni Duemila. E a Prodi forse più che a Berlusconi. Senza ragione d’essere, poiché l’Italia sta ai suoi obblighi europei (finanza, bilancio, moneta, difesa) meglio di tanti altri, e anche la sua economia funziona, male come tutto in Europa ma funziona. Attacchi che in più di un caso hanno avuto risvolti scoperti da servizi segreti. E si sono conclusi con l’improvvisata graduatoria del “Financial Times” fra i responsabili economici europei, per promuovere la ministra francese a capo dell’Eurogruppo finanziario, alla vigilia della scelta della baronessa.
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