Ultima spiaggia, Danzica, ultima chiamata per la democrazia, per la sostituzione di Paolo Ruffini a Rai Tre con Antonio Di Bella. Ruffini? Un martire, anche se non si sa di chi – Berlusconi non c’entra. Lo stesso che quindici anni fa, chiamato dal povero Enzo Siciliano alla direzione dei giornali radio, fu contestato con più asprezza di ogni altro: molti giornalisti Rai fecero valere in infuocate assemblee che, “a pari livello”, c’erano già in azienda “molte professionalità”. Molte dicerie vennero diffuse sull’allora vicedirettore del “Messaggero”, anche da Concita De Gregorio e “Repubblica”, che ora chiamano alla resistenza per Ruffini. Tra esse una sua speciale perizia tricologica, per avere fatto il parrucchiere. Che è falso: Ruffini è laureato in legge.
Dei sessanta minuti di Sky Tg “1 ora” alle ventuno, i primi venti sono dedicati alle incriminazioni di esponenti berlusconiani per “concorso esterno in associazione mafiosa”. Grazie a pentiti dell’ultima ora, ma non si dice. Contro uno di loro Schifani si querela, ma neanche questo si dice. Dov’è la mafia? Essere accusati in televisione di mafia è terribile.
Sky oscura il calcio Rai per i suoi abbonati: possono vedere i telegiornali e gli sceneggiati Rai, ma se vogliono sapere delle partite debbono pagare il canone supplementare Sky. Una vendetta contro la Rai, forse. Ma anche una meschina torchiatura dei propri abbonati, che già pagano 500 euro l’anno di abbonamento. È la concorrenza del democratico Murdoch.
Unicredit emette una sfilza di decreti ingiuntivi contro i Sensi, e contro l’As Roma, la squadra di calcio di loro proprietà. Il giudice li rigetta, ma non importa, i Sensi devono a Unicredit poco meno di 400 milioni, e Profumo è in dovere di tutelarsi. Tutto normale, fin qui. Ma la questione è agitata, giornalmente e con toni “da curva”, dal “Messaggero” di Francesco Gaetano Caltagirone, dall’edizione romana del quotidiano milanese “Corriere della sera”, e dalla milanesissima “Gazzetta dello Sport”. Rinfocolando uno scandalo che tiene piazza a Roma da un triennio: che i Sensi debbano cedere la Roma “a gratis”. Libertà di critica?
Unicredit, Profumo, il “Corriere della sera”, la “Gazzetta dello Sport”: è Milano contro Roma, perfino la Rometta dà fastidio. Caltagirone è un progetto immobiliare alternativo a quello dei Sensi per lo stadio societario.
Non contenta di avere avvelenato un paese, Rignano Flaminio, e marchiato a vita una generazione d’innocenti, la Procura di Tivoli ha cacciato di casa quattrocento famiglie di Riano per abusivismo. Anche se le case sono costruite secondo le regole, entro un piano regolatore, e acquistate con tutti gli adempimenti di legge.
Sarà per questo che Berlusconi è popolare: dove non c’è la mafia, ci sono i giudici, mentre la società non sopporta l’eversione senza fine, e senza pena.
Non tutti gli acquirenti delle case contestate sono stati sfrattati, alcuni.
Finisce con la baronessa Ashton alla Difesa dell’Europa, e la cosa si commenta da sola. Ma il fallimento della candidatura, tra le altre, di D’Alema, era presagito da un concerto non si sa se più stupido o ignorante. Sarà silurato da Schulz, scrivevano gli antiberlusconiani - il socialista tedesco che Berlusconi qualificò di kapò. Squalificando i socialisti, e lo stesso Schulz. “La Stampa” è andata oltre: il direttore Calabresi ha ipotizzato che siccome l’Italia, Berlusconi, l’Eni sono filorussi, Obama avrebbe mobilitato contro il candidato italiano il “partito americano” in Europa. Triplice ignoranza: dei rapporti italo-russi, di Obama, dell’Unione europea (le decisioni europee prese a Varsavia? a Praga?). O era una provocazione? Sulla “Stampa”? O “La Stampa” non è più della Fiat e imita “Il Manifesto”?
È invecchiato il giudice di Milano Fabio De Pasquale che protesta in aula contro i rinvii di Berlusconi al processo Mills. Ma è lo stesso, dopo quasi vent’anni, che anticipò le sue vcacanze, due mesi, per non ascoltare Gabriele Cagliari, da lui arrestato, che poi si suicidò.
Si compra di tutto, alle aste dei beni di Michael Jackson, compresi i calzini e i fazzoletti da naso. Feticismo? Mercato della memoria? È diverso dal vecchio mercato del legno e dei chiodi della Passione, e delle altre reliquie? È la stessa cosa, ma induce a peggiori considerazioni per le reliquie.
giovedì 26 novembre 2009
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