zeulig
Affetto - È paterno, fraterno, amichevole. Non è filiale, né coniugale. Perché? Forse è mero esercizio benevolo di memorie.
Amore - Come malattia è tesi notevole di Burton, terza parte, di Ferrand, “Malinconia erotica”, nonché di tutto Freud e tutta la psicanalisi, di ogni scuola – eccetto Lacan (che però ci mette Dio, e dunque ne è fuori).
Bugia – La verità essendo una sola, il campo della bugia è immenso. Ma la verità è che la bugia è anch’essa una verità.
Creazione – È l’eternità, l’idea (il senso) della durata ininterrotta. Il tempo continuo, anche quando (“Genesi”) non c’era il sole e non c’erano i giorni
La vita invece è storica, un’eternità storica: la creatura è storica.
È concrezione. Dal nulla non c’è creazione.
Dio - È vanitoso, dice san Paolo (Lettera ai Romani, 9, 20): “La creazione fu sottoposta alla vanità, non di sua volontà, ma a causa di colui che ve la sottopose”.
Vanità è da intendere come corruzione, deperimento? Non sposta.
Esperienza – È il tempo reale – com’è vissuto:il presentecontinuo. Il tempo dell’innamortamento, della creazione, della stessa ananke.
Filosofia - È come una scarpa vecchia: un po’ dura calzandola, poi presto comoda, ma dura poco e non consente di andare lontano. E forse, più che di una scarpa vecchia si avrebbe bisogno di poter andare a piedi nudi.
Si sa che i filosofi più amati sono i migliori scrittori: Eraclito, Platone, Nietzsche, Hegel, a suo modo pure Kant. Attorno a essi i filosofi lavorano con più piacere, per cui essi diventano i pilastri della verità (che cosa ha veramente detto Platone”, etc.). Ma questi filosofi sradicano la verità alla radice, per la bellezza dell’argomentazione. La loro filosofia è poesia. A meno che la filosofia non sia poesia – allora niente più interpretazioni autentiche.
Ma indispettisce molto Nietzsche che il suo Teognide sia detto dalle fonti filosofo e poeta. Può sempre darsi che i Teognidi siano più di uno…
Modernità – È approdata alla postmodernità – al restauro – per la hybris della novità radicale, delle avanguardie estetiche come della filosofia: non siamo in grado di creare dal nulla. Le avanguardie creative sempre recuperano un’intelligenza delle cose.
Natura – Quella di Rousseau è un equilibrio spontaneo fra l’esistente e il desiderio. È uno stato di felicità che si situa fuori della storia. Anzi, è dalla sua rottura che prende origine la storia, e ad essa si alimenta. È il paradiso perduto. Era l’idea del padre gesuita Charles Batteux, che 1746 instaurava le “Belle Arti” legandole alla natura, ai codici della natura, al rispetto della natura. Ma Hegel non molti anni dopo escludeva la natura da ogni nozione del bello, già nell’introduzione alle “Lezioni di estetica”.
È insensibile alla morte, dice Sade. È insensibile. Esi alimenta con la distruzione, dice ancora Sade. Si rigenera morendo.
Quanta parte dell’uomo partecipa della natura?
Storia – È l’osservatore che perturba il tempo? Bene, ma lo organizza, prima, dopo, sincronico, diacronico. E lo attesta – lo realizza, insomma gli dà contenuto.
È – era – narrazione, secondo il pensiero “debole”. Ma com’è possibile “narrare” una simile stupidaggine? E la natura? E le azioni umane, i morti, le guerre, le persecuzioni (l’Inquisizione, il Kgb, l’albergo Lux a Mosca, Stalin, Hitler)? Il passato è una cosa, la tazza rotta non si ricompone, che resiste a ogni forma di narrazione, a ogni esorcismo. Perfino quando è dimenticato – il passato riaffiora sempre.
Stupidità – Esiste, e ha un che di misterioso. Per essere il contrario della ragione, certo. Ma è più che essere irragionevoli.
Tempo – È sempre interrotto, dalla creazione, o dal Big Bang, e dalla resurrezione – l’eternità, l’immortalità. Ha una funzione poco logica.
Un mondo contemporaneo di Dio sarebbe più logico. E abolirebbe un’incognita, il tempo. Ma cancellerebbe Dio. A meno di non ridurlo al tempo, un metronomo.
È la linfa della narrazione: eventi, suspense, catarsi. Che è a sua volta, mescolando l’accaduto con l’ignoto, la fenice della storia, cioè della memoria, dell’uomo – è l’esistente. Ma non ci sono esseri non esistenti: anche l’eternità è tempo.
Dev’essere il grande problema di Dio, che ha deciso di creare “a un certo punto” (e fino a quando?)
Non c’è (non si concepisce) senza l’eternità, un prima e un dopo in qualche modo più esistenti – “Il tempo stesso,soltanto il tempo, è immortale” (Jeanne Hersch). I giorni sono il periodare del sole, i mesi e le stagioni del sistema solare.
zeulig@antiit.eu
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