Tardi ma Gaspare Spatuzza si è pentito in piena regola. Dal confessore oltre che dal magistrato. Con la dovuta crisi mistica. E una preparazione in teologia che gli ha consentito di superare ben sei esami universitari in materia in un anno. Un miracolo. Se c’è ancora bisogno di un miracolo per riconoscere la santità, per Spatuzza è fatta. È vero che dovrebbe prima morire. Ma la chiesa è come si sa in aggiornamento, e poi il miracolo è veramente di tutto rispetto, la teologia è roba indigesta, frati e suore l’hanno accudito amorevolmente. Tutto è possibile. C’è solo da aspettare una settimana, quando Spatuzza avrà operato il miracolo maggiore, far cadere il governo, novello Sansone. A Torino, dove la Corte d’Assise d’Appello di Palermo eccezionalmente e in pompa si trasferirà, in devoto pellegrinaggio al nuovo taumaturgo.
In fatto di miracoli il santo Spatuzza è peraltro prolifico. Si ricorda come e quando, dopo quindici anni, o Giuseppe o Filippo Graviano gli dissero che Berlusconi e Dell’Utri erano nella loro manica. Non proprio Berlusconi e Dell’Utri, ma qualcosa (“quello di Canale 5”, “un paesano”) che consente ai giudici di risalire ai due. E di stendere lunghi verbali, per riempire i giornali altrimenti vuoti.
Un altro miracolo ancora è che né Giuseppe né Filippo Graviano ce l’hanno con lui. Spatuzza, il pentito principe della cosca Graviano, è infatti riuscito a evitare di aggravare la loro posizione giudiziale. Da uomo pio, quindi obbediente, dice quello che i procuratori vogliono sentirsi dire, la giustizia è sacra.
L’unico problema è che, tra Spatuzza, Di Carlo (quello della cocaina), e altri pentiti eccellenti, tutti attendibili per i giudici e tutti pensionati di Stato, Berlusconi e Dell’Utri il padreterno li mandi per risarcimento in paradiso. Che sono due mafiosi veri, non di quelli caricatura di cui si vanta la Sicilia, sulle piazze e nelle Procure. Questa sarebbe una beffa, e Dio non tollera gli scherzi.
sabato 28 novembre 2009
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