La raccolta, già confluita in “Finzioni”, Borges ha ripubblicato nel 1956 arricchita di tre racconti che non facevano parte della prima edizione del 1944 (che è quella dell’edizione italiana di “Finzioni”, per la traduzione di Franco Lucentini). E di una Posdata al Prologo, una seconda paginetta in più di quella del 1944. Con la sua consueta naturalezza, Borges acclara la morte di Martin Fierro in “El fin”, anticipa la mania del complotto in “La secta del Fénix”, e s’immagina morto in “El Sur”, di mano meridionale, violenta – “forse il mio miglior racconto”: Borges si sognava libero dall’intelligenza fantastica, un peón libero della pampa.
Borges, Artificios, Alianza Cien, pp. 91, € 1
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