È allucinante, se non fosse ridicolo, il salvataggio del “Paìs”, il giornale spagnolo, da parte di Berlusconi. Il giornale che più si è dato dare, con quelli inglesi di Murdoch, per “uccidere” Berlusconi nella lunga estate dei veleni. Ora, d’amore e d’accodo, Berlusconi salva il “Paìs” dai debiti comprandogli delle televisioni fallite per 252 milioni. E il “Paìs” diventa socio di Berlusconi in Spagna. Tanto per l’etica degli affari, e per l’etica, in Italia e in Spagna: senza vergogna?
Ancora si ricordano le trepide interviste del “Paìs” alla signora D’Addario, per iscritto e in video, due ore di conversazione, due giornalisti mobilitati e una troppe, più i diritti dell’intervistata. Berlusconi avrà pagato anche per questa spesuccia? Due ore sono un libro. Ma non c’è da farsi problemi: salvati i conti, e le sedie dei padroni-manager, il giornale sarà libero di tornare sui denti rotti e le altre debolezze d Berlusconi, c’è già il precedente di “Repubblica”, che fu salvata da Berlusconi quando trent’anni fa salvò Mondadori, comprando la Quattro, e quindi il giornale. L’onore nel giornalismo è sempre salvo, il problema è che alcuni giornali pretendono di farci la morale.
Berlusconi con un esborso minimo si posiziona al primo posto stabile fra i veicoli di pubblicità in Spagna. E diventa consocio di Telefònica, con la quale ha un contatto, per ora minimo ma non si sa mai, in Telecom Italia, che l’operatore spagnolo controlla – sempre più di malavoglia. Berlusconi in Spagna arriva, con le tv del “Paìs”, al 40 per cento del mercato pubblicitario televisivo. E questo in virtù di una legge del governo Zapatero che bandisce dal 2010 la pubblicità sulla tv pubblica. Un governo socialista.
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