Se pensava in una ripartenza, ha avuto subito il no di mezza squadra, prima ancora di scendere in campo. Bindi e Franceschini alla manifestazione di Di Pietro, il suo presidente e il presidente del suo gruppo parlamentare, i giovani vecchi routier democristiani del partito Democratico, sono molte cose, ma non sono una sfida a Berlusconi. In termini di sfida, sono contro Bersani. È una conferma come un’altra che il cammino del partito Democratico dovrà essere lungo, come lo stesso Bersani prospetta, ma è una conferma anche che le due anime del Pd non si conciliano.
Bindi e Franceschini sono anche due clericali. Quindi due che con Berlusconi ce l’hanno per via della ragazze. E sono due a cui piace andare in tv, questo è noto, per una comparsata ucciderebbero la madre. Ma capitalizzano politicamente sfidando Bersani, o almeno così pensano. Il segretario ha molti mezzi per neutralizzarli. Per primo la composizione delle liste alle amministrative: dovrà scalzarli localmente. Anche Bindi e Franceschini però ne hanno contro di lui. Per primo far fallire ogni tentativo di qualificare il Pd in Parlamento attraverso le riforme: non ci saranno riforme, possano i giudici arrestare anche tutti i Dc, ex naturalmente. E se ciò non fosse la frana è pronta di "non possumus", credenti coscienziosi con la fede in Casini. Anche senza passare per Rutelli.
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