venerdì 11 dicembre 2009

Le campagne contro la Roma calcio

Quattro vittorie della Roma, anche fortunose, o tre, e Unicredit si scorda di mandare l’ufficiale giudiziario ai Sensi, proprietari della squadra. Intanto, il titolo si risolleva, da 0,55 a 0,81, di un cinquanta per cento. E dunque la società non è da ufficiale giudiziario?
La vicenda sembra da poco ma è utile ogni tanto fare il punto su di essa: è un documento sull’Italia di oggi, il suo mercato, la sua economia, la sua informazione. Una vicenda che, se ci sarà un domani, sarà letta con meraviglia di quanto poco seria sia questa Italia, quella che “non lavora”.
Il fatto è semplice: c’è una famiglia che si è indebitata per la squadra di calcio As Roma, e un banca che deve rientrare del debito. Ci si aspetterebbe che la famiglia tenti di ripagare il debito, e la banca di rientrare – a meno certo di una dichiarazione di fallimento. Ma mentre Rosella Sensi per la famiglia ci tenta, la banca fa di tutto per impedirglielo. Non la consiglia, l’accompagna, la favorisce nelle cessioni, al contrario: fa di tutto per impedirle una corretta gestione, s’inventa compratori che mai poi fanno un’offerta per nessun cespite, e soprattutto diffonde voci malevole.
Su tutto questo i giornali sguazzano senza limiti nelle cronache locali. Alcuni. Alcuni dei giornali seri, che i lettori reputano attendibili, specie “Il Messaggero” e il “Corriere della sera”, la "Gazzetta dello Sport". Che ne fanno a lunghezza d’anno, ormai da tre anni, ludibrio. In forme che non rientrano in nessuna tipologia di giornalismo, se non nei cori insensati da stadio. Per motivi che non dicono, ma che al novantanove per cento sono questi. “Il Messaggero” è di proprietà del costruttore Francesco Gaetano Caltagirone, concorrente dei padroni della Roma nei progetti di nuovo stadio, e della relativa urbanizzazione. Mentre i tre anni sono a datare dal passaggio della Banca di Roma, che finanziava i Sensi e l’As Roma, a Unicredit. E la banca può essere all’origine dell’assurdo giornalismo del “Corriere della sera”, di cui è azionista – nonché, per voler milanesizzare rapidamente la Banca di Roma, della schizofrenia verso questi suoi grandi debitori romani.
Su tutto questo vigila, cioè non vigila, la Consob. Che avrebbe dovuto per lo meno sospendere il titolo in Borsa, e invece non lo fa. E di fronte alle voci diffuse dal “Corriere della sera”, dal “Messaggero”, da Unicredit fa finta di niente. E magari non ha nemmeno la sua parte dell’aggiotaggio... Ma come è possibile che la maggiore, o seconda più grande, banca italiana faccia una serie di decreti ingiuntivi, a carico (indirettamente) di una società quotata in Borsa, che non è né fallita né in amministrazione controllata?
E' un'altra storia paradigmatica del governo di Milano. Naturalmente non c'entra "Milano" nei guai della Roma calcio. Il fatto che la Roma sia l'unica squadra che in questi tre anni di vuoto creato dalla coppia Rossi-Borrelli, che per caso sono interisti, abbia tentato e peprfino (quasi) riuscito di rubare lo scudetto all'Inter. Naturalmente Valdisserri e gli altri giornalisti che periodicamente fanno campagna sconsiderata contro i Sensi sono solo dei tifosi e dei cronisti sportivi. Ma naturalmente "Milano" c'è, il riflesso condizionato è quello.

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