“Figlio mio, lascia questo Paese”, ha intimato Pier Luigi Celli da “Repubblica” a Mattia, ventenne neolaureato. Fuggi, gli consiglia, i tronisti e l’Alitalia. Non se stesso - insomma, i sessantenni. O i treni pendolari, che vanno peggio di Alitalia.
Ma, poi, Enrico Cisnetto concorda con lui. Enrico che Valentina ha destinato alla nascita a un destino cosmopolita a Berlino. Buon pro!
È compassionevole Milano come suole con i due terroristi estradati da Guantanamo. Giudici garantisti li hanno attesi in aeroporto, e poi li hanno interrogati prima di carcerarli. Per tre ore, dice il giornale: tre ore l’uno, o tre ore per tutt’e due? Ma non importa: i due non capivano che il carcere non è per loro automatico, che dei giudici li aspettassero per interrogarli, alla presenza di veri avvocati della difesa.
I giudici milanesi sono sempre comprensivi, con i terroristi.
Ma i due magari erano storditi da una giornata di volo.
Sotto processo, di nuovo, Cuffaro, Formigoni, Moratti, Berlusconi, insieme con Podestà e Elvira Savino, sei incriminazioni tutte in un giorno. Questa destra è proprio assatanata dal malaffare. E impenitente: ruba e si annette la mafia alla vigilia di elezioni.
Fini parla a Trifuoggi come a un familiare. Trifuoggi è il Procuratore capo di Pescara che abbatté il Pd in Abruzzo. Ma naturalmente i due non si frequentano, sono lì per le istituzioni che rappresentano.
Marina Berlusconi continua a querelarsi contro “Repubblica”. Perché, pensa di vincere le cause?
Per protestare a Pechino contro il G 2, il duopolio Usa-Cina sul mondo, l’Unione europea manda
il ministro lussemburghese Juncker. Si vede che ha perso il gusto della metafora – l’intelligenza. L’Unione si fa un dovere della democrazia, per cui qualsiasi scarrafone è legittimamente bello a mamma sua, ma questo non implica la rinuncia al senso del ridicolo.
Cloney-Canalis: era stato scritto (http://www.antiit.com/2009/11/ombre-34.html) e si verifica. I due non si tengono più la mano, nemmeno per i fotografi. Clooney si spende per un caffé, seppure della Nestlè, perché non per un paio di foto con una bella donna? La donna-caffè.
Dopo averne rischiato la rielezione a Bari (lo salvò il giudice Scelsi, fatto tornare a razzo dalle ferie per lanciare la D’Addario), lo candida alla presidenza della Puglia. Contro Vendola, che era riuscito a conquistare la Regione cinque anni fa malgrado il suo boicottaggio. Si spiega che D’Alema resti a Gallipoli una grande speranza della politica sempre perdente.
A Emiliano, è di lui che si parla, il sindaco-giudice della Procura di Bari, D’Alema aveva però rifatto la città in questi cinque anni. Sarà forte nei lavori pubblici.
Il trans di Marrazzo è in Italia da dieci anni, è sposato a Velletri, gestisce via Gradoli, con mazzette pesanti e percosse, ricatta mezzo modo. Tutto questo si sa grazie al lavoro dei giornalisti. Gli inquirenti, l’antimafia di Roma e il Ros dei carabinieri, che ci lavorano da sei mesi, lo proteggono come un pentito.
Di Pietro ironizza su Napolitano, che affida “a questo Parlamento, con troppi conflitti d’interesse con la giustizia”, il compito di riformare la giustizia. Lui però si esclude, né lui né De Magistris né altri dei suoi eletti: i giudici non hanno conflitti d’interesse.
Il presidente della Repubblica si vorrebbe rivolgere ai giudici, ma ne parla invece ai giornali. Per pudore? Per dare più risalto a ciò che dice? O ha paura anche lui dei giudici?
Marrazzo chiede perdono al papa. E lo fa sapere ai giornali. Sarà la sua una vicenda da velina?
giovedì 3 dicembre 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento