venerdì 11 dicembre 2009

Pace con Murdoch: per Berlusconi paga la Rai

Saranno due mesi a Natale che i giornali di Murdoch non attaccano più Berlusconi, al quale per tutta la lunga estate hanno dedicato una e anche due pagine. “Times” “Sunday Times”, “Wall Street Journal” all’improvviso non hanno trovato più nulla da mettere in berlina dei tanti garbugli di Berlusconi, con la mafia, i giudici e la moglie. Anche Sky Tg 24 ha all’improvviso ritrovato un equilibrio, non inonda più i suoi abbonati, a 500 euro l’anno, di berlusconate.
Parallelamente, la gestione berlusconiana della Rai si è ritirata dal satellite. È in rosso e indebitata, e avrebbe tutto l’interesse ad accrescere l’offerta e il fatturato, sul satellite e i new media, la dove può. Ma c’era, sul satellite nei new media, e ora non c’è più. Sul satellite aveva anche canali di successo, il Gambero Rosso, Rai News 24, Rai Cinema, etc., una quindicina di canali, con i quali, con minima spesa, incassava un centinaio di milioni di pubblicità, garantita da Sky.
Il mancato rinnovo del contratto con Sky fu all’origine della violenta campagna dell’editore australiano contro Berlusconi: si supponeva che la Rai passasse da Sky a un’alleanza con Mediaset, che stava per lanciare una sfida sul satellite al monopolista Sky. Ma niente di tutto questo è avvenuto: Mediaset ha ridimensionato la sua sfida a Sky con la pay tv sul digitale terrestre, e la Rai ha finito per abbandonare semplicemente il satellite, riducendo l’offerta supplementare a tre soli canali sul digitale terrestre.
I due esiti sono diversi. Per Mediaset il digitale terrestre può essere una pace onorevole con Sky, giacché può sviluppare la pay tv, con lo sport e il cinema - senza alcun costo tecnico. La Rai invece, che non può fare pay tv, ha semplicemente rinunciato a sviluppare una presenza satellitare che desse ombra a Sky. Come se suol dire, se li è tagliati non richiesta. O su richiesta di Berlusconi. La tracotanza di Sky arriva al punto di oscurare la Rai sul satellite ogni volta che i programmi in libera fruizione sull’emittente pubblica concorrono con i suoi a pagamento.

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